Attualità
Spoleto vista dall'alto
La “variante chirurgica” su cui maggioranza e opposizione hanno acceso il disco verde dispone lo stralcio delle previsioni edificatorie su circa 89mila metri quadrati distribuiti in 12 zone del territorio, si va da Collerisana a Eggi, da Bazzano inferiore e superiore fino a Milano sui monti Martani. I titoli edificatori revocati con questa manovra urbanistica potranno potenzialmente essere ricollocati in altre zone del territorio a titolo di compensazione nel momento in cui il Comune si doterà di nuovo Prg. Gli 89mila metri quadrati stralciati, dunque, tornano alla classificazione agricola pre 2014, che porta con sé una inevitabile riduzione del gettito Imu per le casse dell’ente di valore comunque contenuto e stimato intorno ai 26mila euro, come spiegato nella relazioni introduttiva dal presidente della terza commissione, il consigliere Daniele Filippi. La pratica urbanistica, inoltre, recepisce una serie di aggiornamenti cartografici e normativi che per un’altra serie di aree introducono la necessità di un nuovo accertamento tecnico preliminare per stabilire il rischio di frana cosiddetto “sismo-indotto”.
I capigruppo, infine, hanno sottoscritto una mozione unitaria che impegna il sindaco e la giunta “a reperire in tempi rapidi le risorse necessarie per la redazione degli studi geo morfologici generali”, come proposto dai consiglieri di opposizione Giancarlo Cintioli e Paolo Piccioni (Insieme per Spoleto). La mozione sarà votata il 20 febbraio e “rappresenta una rassicurazione alle preoccupazioni di tanti concittadini che non saranno più costretti a affrontare spese considerevoli per gli studi geomorfologici necessari”, hanno detto Cintioli e Piccioni.
Più in generale sul via libera alla “variante chirurgica” è stato il sindaco Andrea Sisti a dire: “Oggi adottiamo un atto da tempo necessario, che disciplina le aree di frana ma anche una serie di modalità con cui si deve intervenire sul territorio. Il nostro impegno politico - ha concluso - resta rivedere il Prg nel suo complesso”. Ma i tempi per un nuovo strumento urbanistico restano un’incognita.
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