Attualità
L'apertura della porta santa nel carcere di Maiano
È stato l’arcivescovo Renato Boccardo ad aprire ieri (sabato 5 gennaio) la porta santa del carcere di Maiano di Spoleto costruita dai detenuti e rivestita in più punti dai resti delle coperte termiche dei migranti che hanno attraversato il Mediterraneo. Il presule ha poi presieduto la messa che ha segnato l’avvio dell’anno giubilare nella casa di reclusione davanti a tanti reclusi, alla direttrice Bernardina Di Mario e al comandante della polizia penitenziaria Luca Bontempi. Presenti anche i magistrati di sorveglianza Grazia Manganaro e Nicla Flavia Restivo, il parlamentare Walter Verini e il vicesindaco Danilo Chiodetti.
“Questo Giubileo ci vuole tutti pellegrini di speranza” ha detto a margine della celebrazione monsignor Boccardo, evidenziando che la speranza “qui in carcere si sente particolarmente viva. È stato quindi un momento di condivisione, di solidarietà, con questo mondo segnato dalla sofferenza”. Poi l’apertura della porta: “È stato bello attraversare una porta che i detenuti hanno costruito con delle formelle con cui hanno riprodotto le stazioni della via crucis, rivestendola coi resti delle coperte termiche dei migranti che hanno attraversato il Mediterraneo per trovare libertà e giustizia e dignità”. Per monsignor Boccardo la porta santa realizzata dai detenuti rappresenta “una catena, un abbraccio tra tutti coloro che sperimentano la mancanza della speranza, ma sono abitati da un forte desiderio della stessa”, in cella come tra le onde del Mediterraneo.
L’arcivescovo ha poi visitato la sezione del 41bis “dove - ha detto sempre a margine - si tocca con mano il vuoto, la coscienza degli sbagli compiuti, il desiderio di redenzione e di condivisione con la famiglia”. Il pomeriggio nel super carcere di Maiano è stato quindi definito “particolarmente significativo” dall’arcivescovo, secondo il quale così si “è dato un buon inizio a questo anno santo, nella speranza che sia un buon Giubileo per tutti, specie per chi ha bisogno di sentire la vicinanza, la solidarietà e l’amicizia di tutti coloro che in modi diversi vivono al di fuori di questo mondo, ma che non per questo devono esserne lontani e insensibili”. Il Giubileo a Spoleto è stato formalmente aperto domenica scorsa in Duomo, mentre quattro sono le chiese giubilari individuate nel territorio diocesano: il santuario della Madonna della Stella a Montefalco, la basilica di Santa Rita a Cascia e il santuario di San Francesco al Monteluco (Spoleto), oltre al Duomo di Spoleto.
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