La cerimonia
Michele Tarli
"Una persona splendida e pulita: il tuo sorriso scacciava i pensieri". Queste alcune della parole con cui è stato ricordato a Spoleto, davanti alla chiesa di San Gregorio, Michele Tarli, morto a 23 anni nell’incidente stradale delle prime ore di giovedì 8 agosto, nel sottopasso ferroviario di Madonna di Lugo. Alcune centinaia le persone che si sono strette intorno alla mamma Lorena, al papà Pierpaolo, al fratello Samuele e ai nonni Luciano e Franca, per salutare l’ultima volta il giovane che era “il figlio che tutti vorrebbero avere”, come ha scritto nella sua lettera lo zio Lando determinato a “fare in modo di tramandare il tuo immenso ricordo”. Sul feretro di Michele, accolto in piazza Garibaldi dai tantissimi amici, che indossavano una maglia bianca in cui era scritto Ciao Miky, era ben stesa la casacca dell’Asd Polizia penitenziaria, la squadra di calcio di Seconda categoria di cui era vicepresidente da nemmeno due anni. L'omelia del rito religioso è stata affidata a don Paolo Peciola, che aveva conosciuto Michele e che alla chiesa piena di parenti e amici ha ricordato: “Questo ragazzo è cresciuto all'ombra della parrocchia di San Silvestro e poi di San Venanzo, l'ho conosciuto che aveva 7-8 anni, partecipava ai campeggi estivi”. Il dolore per la morte improvvisa del giovane ha scosso anche il prete: “Tutto avrei pensato - ha detto con la voce incrinata dalla commozione - tranne di concludere la mia carriera da parroco in questa maniera”. Don Paolo ha poi parlato della morte del giovane come di “un accadimento che mette in crisi la mia fede di prete, la vostra di credenti”, indicando poi la via “dell'avvicinamento al Signore Gesù, che non ci toglie i problemi, ma ci dà la forza”.
In piazza Garibaldi anche il nonno Luciano ha voluto leggere una lunga lettera al nipote, ripercorrendone le tappe della vita, da alunno della primaria di San Venanzo a studente della media Pianciani e poi dell'istituto agrario di Sant'Anatolia di Narco, “dove hai potuto esprimere - ha detto il nonno - tutto il tuo innato amore per la natura e le risorse della terra”. Infine, ed è un ossimoro, gli anni della gioventù di Michele trascorsi nel segno della “responsabile ambizione, perché - ha detto il nonno - cento ne pensavi e una ne facevi” poi approdati “nell’impegno serio per quel lavoro delicato che è gestire il dolore degli altri”, ovvero dedicarsi insieme al papà all’agenzia di onoranze funebri, “lo stesso che proviamo noi oggi”. Davanti a San Gregorio anche il commovente addio a Michele di Giorgia, la sua migliore amica, che ha letto un messaggio pieno di una forza che solo i ventenni sono in grado di sprigionare: “Non sceglierò mai la strada più facile, non lascerò i sogni nel cassetto, non permetterò che la rabbia prenda il posto del perdono. Tu sarai la mia gamba, il mio passo nel mondo sarà il tuo. Sono sicura che sarai il mio coraggio quando la paura busserà alla porta”.
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