Sanità
Una notizia buona e una cattiva sul fronte sanità. Partiamo da quella buona. I 14 milioni del fondo che erano andati all’Arpa in modo illegittimo, secondo la Corte costituzionale, sono tornati immediatamente attivi (erano stati accantonati in un fondo apposito) e verranno utilizzati, come ha già annunciato la governatrice Stefania Proietti, per assumere nuovi medici. Non pochi medici: potenzialmente ne verrebbero contrattualizzati 155. Considerando un contratto base aziendale per un medico neo assunto di 60 mila euro lordi annui, più gli oneri riflessi, si arriva a 90 mila euro. Ecco che si arriva a 155 nuovi camici. La difficoltà è nel reperimento dei professionisti, con i concorsi che vanno semideserti. La stessa governatrice Proietti aveva previsto un piano per l'assunzione di 711 nuove unità in sanità, di cui 239 medici dirigenti. Nonostante le buone intenzioni, il reclutamento è stato ostacolato dalla carenza di specialisti, in particolare in alcune aree come l'emergenza-urgenza. Proprio per superare questi ostacoli è stato istituito un tavolo regionale per centralizzare e rendere più efficienti i concorsi.
La notizia cattiva è invece legata al rientro del payback, ossia della quota che le aziende sanitarie privare fornitrici delle aziende pubbliche devono versare per il surplus venduto. Per l’Umbria complessivamente erano stati riconosciuti 44 milioni, che in teoria avrebbero potuto far modificare dal prossimo anno la manovra fiscale da 184 milioni in 36 mesi nata in primis per sanare il disavanzo in sanità. Ieri in consiglio regionale la consigliera Lega ed ex governatrice Donatella Tesei ha interrogato la giunta regionale per sapere “quanto ha incassato ad oggi la Regione Umbria, a titolo di risorse da payback dispositivi medici relativi agli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, considerando che era previsto un termine di scadenza e possibilità di accordare anche una possibile proroga alle Aziende che ne avessero fatto richiesta e che erano disponibili al versamento”.
Esponendo l’atto, Tesei ha sottolineato che “si tratta di una questione molto dibattuta e conosciuta. Il payback dispositivi medici relativo agli anni 2016, 2017 e 2018 è legge dello Stato. Con decreto del Ministero della Salute del 6 ottobre 2022 è stato determinato lo schema relativo anche a tutte le Regioni delle competenze relative al payback dispositivi medici, che successivamente il governo, venendo incontro alle aziende che operano in questo settore, e attraverso un accordo concluso con la conferenza delle Regioni ha determinato e disposto con il decreto legge 34/2023, poi da ultimo con il decreto legge 95/2025 che a carico delle aziende che hanno fornito dispositivi medici alle varie Regioni, rimaneva in carico soltanto il 48 per cento dell'importo complessivamente dovuto. Il resto, attraverso questo accordo lo ha messo lo Stato, e parliamo di cifre molto rilevanti. Il payback dispositivi medici è una legge dello Stato, che risale al governo Renzi”.
L’assessore al Bilancio e vicepresidente Tommaso Bori ha risposto che “le previsioni del decreto legge 95 del 2025 consentono alle Regioni italiane di superare, almeno parzialmente, il contenzioso finanziario che ruotava da anni attorno al mancato pagamento del cosiddetto payback per i dispositivi medici degli anni 2015-2016-2017-2018 da parte delle aziende del settore. Nello specifico sono state introdotte nuove disposizioni in materia, fissando il 9 settembre 2025 come termine per il pagamento da parte delle aziende fornitrici di dispositivi medici, dell'importo dovuto a titolo di payback per il quadriennio 2015-2018 nella misura ridotta al 25% rispetto all’importo originariamente previsto. In serie di conversione del decreto è stata introdotta la possibilità per le aziende in difficoltà di accedere al credito agevolato per far fronte ai pagamenti. La Regione Umbria ha ottemperato a pieno a quanto disposto dalla normativa sopracitata e a tal fine, con determinazione direttoriale numero 8812 del 2025 ha formalmente preso atto che l'importo dovuto dalle aziende fornitrici alla Regione Umbria ammonta a circa 23 milioni di euro. In particolare, la Regione Umbria ha incassato, a titolo di risorse da payback per dispositivi medici ad oggi solo 18,6 milioni di euro, di cui 1,7 milioni di euro prima del decreto legge e 16,8 milioni dopo l'emissione del decreto. L'integrale versamento della quota del 25% estingue l'obbligazione gravante sulle aziende fornitrici per il quadriennio 2015-2018, precludendo loro ogni ulteriore azione giurisdizionale connessa con l'obbligo di corresponsione degli importi relativi negli anni predetti. Il dl 95 del 2025 prevede altresì un contributo statale che per la Regione Umbria monta 15,8 milioni, la cui erogazione sarà effettuata solamente a seguito della comunicazione della Regione al Ministero della Salute e dell'Economia e delle Finanze dell'avvenuto integrale recupero degli importi a carico delle aziende fornitrici e dei versamenti per la quota del 25%. Rispetto alla campagna sulle risorse disponibili per far fronte al disavanzo in sanità, a cominciare proprio dalle risorse del payback dei dispositivi medici, si ribadisce che, per decreto, tali cifre non possono essere utilizzate per il 2024, ma solo nel 2025 e nel bilancio sanitario”. Tradotto: la manovra per ora non si tocca.
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