medio oriente
L'ambasciatore di Israele Jonathan Peled
"Ora abbiamo l’opportunità di passare dall'opzione militare a quella diplomatica. E speriamo di trasformare questi successi militari in progressi politici e diplomatici". Lo afferma l’ambasciatore di Israele in Italia, Jonathan Peled, in una lunga intervista esclusiva rilasciata al nostro direttore, Sergio Casagrande, che verrà pubblicata domani, giovedì 26 giugno 2025, su tutti i quotidiani del Gruppo Corriere.
"Non c’è ragione - aggiunge l’ambasciatore Peled - per cui questo cessate il fuoco non possa reggere e diventare stabile e di lungo periodo. Ma adesso è responsabilità dell’Europa, degli Stati Uniti e della comunità internazionale fare in modo che l’Iran torni al tavolo dei negoziati. Dobbiamo anche accertarci che l’Iran non prosegua con il suo programma nucleare, in particolare con quello a scopo militare". Anche per Gaza, sostiene Peled, "potremmo arrivare a un cessate il fuoco e iniziare a discutere il futuro" ma solo "se Hamas rilasciasse i 50 ostaggi israeliani catturati il 7 ottobre 2023 e che ancora detiene". "Se ci sarà una leadership palestinese pronta a collaborare per la sicurezza, la ricostruzione e la convivenza, Israele – sottolinea Peled - sarà pronta a discuterne con i partner internazionali. Ma serve una leadership responsabile, non una che sostiene o giustifica il terrorismo".
Rispondendo alle altre domande del direttore Casagrande, l’ambasciatore Peled afferma che "la pace con il mondo arabo non è un’illusione, ma un obiettivo concreto". "Servono – aggiunge accordi multilaterali, come già intrapresi per altre tematiche, ad esempio per i cambiamenti climatici. Siamo aperti al supporto e all’assistenza per accordi bilaterali tra le parti". In merito ai rapporti tra Israele e Italia, l'ambasciatore dichiara: "Apprezziamo ciò che abbiamo visto fino adesso da parte del governo italiano, soprattutto le posizioni di Giorgia Meloni e dei ministri Antonio Tajani e Matteo Salvini perché chiedono che l’Iran non porti a termine il progetto nucleare militare e che siano rilasciati gli ostaggi come condizione per il cessate il fuoco". In merito a eventuali mediazioni internazionali, Peled risponde che "Assisi e Roma possono essere luoghi utili per aprire dialoghi e dibattiti anche tra diverse parti" e "dobbiamo trovare partner per arrivare a negoziare la pace. Siamo aperti al supporto e all’assistenza per accordi bilaterali tra le parti".
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