Attualità
Il sindaco di Passignano e candidato segretario Pd Sandro Pasquali
Sandro Pasquali, attuale sindaco di Passignano sul Trasimeno e candidato alla segreteria regionale del Pd è stato rinviato a giudizio per il reato di truffa aggravata dalla Corte d’appello di Perugia. Sullo stesso reato il Gup nel 2023 aveva disposto il non luogo a procedere per la mancanza di elementi in sostegno dell’accusa.
La procura di Perugia – titolare del fascicolo il capo, Raffaele Cantone – ha impugnato la decisione. Il 10 giugno scorso la Corte d’appello ha annullato la sentenza di proscioglimento e rinviato a giudizio Pasquali per lo stesso reato davanti al giudice monocratico di primo grado. L’accusa è stata rappresentata dalla procura generale retta da Sergio Sottani. Udienza fissata per il 3 giugno 2026.
“A seguito di indagini approfondite svolte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza, attraverso l'acquisizione di documentazione presso la Regione Umbria e il Comune di Passignano, e attraverso l'audizione di numerose persone informate sui fatti” - è scritto nell'atto di accusa del procedimento di primo grado – è emerso che Pasquali “con artifici e raggiri consistiti nello stipulare in data 2 gennaio 2020 un contratto fittizio di lavoro con il gruppo del Pd presso il consiglio regionale dell’Umbria e/o comunque senza effettivamente svolgere alcuna attività di lavoro e nell’ottenere un mese dopo (il 2 febbraio 2020) l’aspettativa, giustificata dalla necessità di svolgere il mandato da sindaco del Comune di Passignano sul Trasimeno, incarico che, però, già rivestiva fin dall’11 giugno 2018, induceva in errore il predetto Comune di Passignano che, sul presupposto di un instaurato ed effettivo rapporto di lavoro, provvedeva, in conseguenza dell’aspettativa riconosciutagli, al versamento degli oneri assistenziali e previdenziali pari a 454,43 euro per ogni mese e a 871 euro per il mese di dicembre e si procurava, quindi, l’ingiusto profitto pari alla maturazione dei diritti previdenziali conseguenti il versamento dei contributi con danno per il Comune costituito dai medesimi contributi”.
L’ipotesi di reato va dal marzo 2020 al febbraio 2022. Il tribunale due anni fa non aveva accolto questa tesi emettendo il “non luogo a procedere”. Adesso si torna all’inizio. O meglio, al processo.
Sandro Pasquali replica e critica la decisione. “Nel consueto rispetto per l'attività della magistratura – spiega il sindaco e candidato segretario Pd - ritengo però lo scarno provvedimento della Corte di Appello di Perugia non condivisibile e non altrettanto completo ed esaustivo sui vari profili di fatto e di diritto affrontati dalla articolata sentenza del Gup del Tribunale di Perugia, che aveva disposto il non luogo a procedere. In ogni caso, l'aver ora disposto la prosecuzione del giudizio, costituisce una semplice esplicitazione della supposta necessità di effettuare l'approfondimento dibattimentale e nulla di più. Resto, pertanto, del tutto fiducioso che anche in quella sede emergerà la correttezza del mio operato, sulla quale peraltro si era già espresso a chiare note il Giudice dell'udienza preliminare”.
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