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Sanità, proroga fino a giugno delle convenzioni coi privati e lettere di dissenso in Regione: riflessi negativi sulle liste d'attesa

La Regione ha operato la scelta permessa dal decreto milleproroghe. Gli operatori esclusi lamentano problemi sul fronte concorrenza e per lo smaltimento delle prestazioni sospese

Alessandro Antonini

15 Marzo 2025, 23:31

ospedale

Le corsie dell'ospedale di Perugia

La Regione Umbria ha esteso fino a giugno il vecchio "protocollo" con le strutture sanitarie private convenzionate tramite il decreto milleproroghe. Alcuni operatori privati hanno manifestato il dissenso con appositi documenti inviati alla presidenza regionale, evidenziando che l'adozione di nuove convenzioni con manifestazioni di interesse è in stallo da oltre un decennio.

https://edicola.corrieredellumbria.it/gruppocorriere/pageflip/swipe/corrieredellumbria/20250315corrieredellumbria

In una missiva si critica l'uso del decreto per conservare una situazione che avvantaggerebbe certi enti privati, perpetuando un monopolio e influenzando negativamente la concorrenza. Questo creerebbe un mercato non equo, svantaggiando gli altri operatori e cristallizzando posizioni esistenti.

Nello stesso atto si sottolinea inoltre l'irrazionalità anche per le liste d'attesa. Attualmente, le liste contano 75.000 prestazioni sospese, la stessa quota ante insediamento della nuova giunta, nonostante i tentativi di riduzione. Segno che il ritmo di crescita è superiore al tasso di abbattimento.

Servizio completo nell'edizione del 16 marzo del Corriere dell'Umbria

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