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Francesco Nicodemo e la campagna elettorale di Stefania Proietti, tutti i segreti: "Altro che cammino, una marcia trionfale"

Aneddoti e retroscena svelati dal consulente di comunicazione che fa vincere il centrosinistra in Umbria: prima il Comune di Perugia e ora la Regione

Nicola Uras

23 Novembre 2024, 12:05

Francesco Nicodemo e la campagna elettorale di Stefania Proietti, tutti i segreti: "Altro che cammino, una marcia trionfale"

Francesco Nicodemo, a sinistra, con Stefania Proietti, Thomas De Luca e Fabio Barcaioli (foto Principi)

Vicino alla stella rossa, tatuata per celebrare il trionfo di Vittoria Ferdinandi alle comunali di Perugia, ora Francesco Nicodemo - che con la Lievito consulting varata alcuni anni fa insieme al socio Natale De Gregorio ha curato la comunicazione della campagna elettorale di Stefania Proietti - pensa di affiancargli un cuore verde. Simbolo del successo della neo governatrice e secondo scudetto personale di Nicodemo in Umbria (“sono state due campagne elettorali da incorniciare”) dove, tra l’altro, ormai è di casa essendo il compagno della giornalista perugina, che lavora in Rai, Serena Scorzoni.
- Nicodemo, ha sempre pensato che Stefania Proietti potesse vincere?
Mai avuto dubbi. C’era un dato che tornava spesso e poi confermato anche dal primo sondaggio di Swg: gli umbri volevano un cambiamento, erano insoddisfatti.


- Di cosa è rimasto colpito di Proietti?
La sua vera forza è quella di essere estremamente concreta e molto sicura delle sue idee e delle cose che vuole fare. E poi è una donna di estrema empatia, le persone la vogliono abbracciare e le sorridono. Questa è stata una delle carte vincenti.
- Facciamo un passo indietro. Come è avvenuto il primo contatto con Proietti?
Mi ha contattato Anna Mossuto. A fine agosto con Stefania ci siamo visti a Perugia e il feeling è stato immediato. Quel giorno insieme a Proietti, oltre a Mossuto, c’erano anche Daniele Gallina, Franco Arcuti e Stefano Mazzoni. L’idea dello slogan In cammino per l’Umbria è nata proprio nella prima riunione. Avevo visto la sua prima conferenza stampa, quella del 16 agosto, e quando ho sentito la citazione del Cantico delle creature ho pensato subito che per la campagna elettorale potevamo fare 92 Comuni in cammino, strada per strada, persona per persona.


- Quali i momenti chiave della campagna elettorale?
Innanzitutto il primo evento al teatro Lyrick. Il lancio doveva essere ad Assisi, la sua città. Era logico, ma Stefania è una donna tosta con idee altrettante toste e fondamentalmente è stata una sua decisione. Apro una parentesi, importante: in campagne elettorali vincenti, il peso dei consulenti è veramente di poco conto. Devono solo aiutare a non fare cose sbagliate, saper trovare le giuste cornici narrative. Come per il successo di Vittoria Ferdinandi anche di quest’ultimo è merito di Proietti e dell’operazione Patto Avanti. Torniamo al Lyrick, abbiamo voluto ricostruire una piazza: panchine, lampioni, luci… Volevamo dare un significato di incontro. Le 1.500 persone, dentro e fuori, hanno dato il segnale – fortissimo – di quanto la candidata fosse popolare. Altro momento chiave la scelta di fare un tour degli ospedali: Stefania aveva piena contezza di quanto il tema sanità fosse centrale e insieme al Patto Avanti ha deciso di portarlo in primo piano ed è stato vincente. Anche perché proprio durante questo tour c’è stato lo strappo del programma di Donatella Tesei sulla sanità davanti all’ospedale di Pantalla. Se qualcuno lo ha suggerito? No, è stato spontaneo. Stefania ha palesato il tema del cambiamento, lei era lì per cambiare le cose: in quel preciso istante la sua campagna elettorale è decollata, è scomparsa la campagna della destra e il tema sanità è uscito prepotentemente alla ribalta. C’è stata solo Proietti. Da quel momento i dati dei social, il numero di visualizzazioni e le varie condivisioni hanno fatto numeri record. Quella roba di Pantalla l’ha messa al centro del ring e tutti gli altri sono scomparsi. Poi la serata con la sindaca Vittoria Ferdinandi, la governatrice Alessandra Todde, la parlamentare Elisabetta Piccolotti, la segretaria dem Elly Schlein è stata un’altra idea del Patto Avanti in particolare di Thomas De Luca. Ed è stata importante perché si è fatta a Terni e c’era la sindaca di Perugia ad abbattere ogni tipo di campanilismo e dare un segnale di politica accogliente, empatica, non aggressiva che – qui cito Vittoria – non sputa in faccia agli elettori. Quella piazza piena ha restituito tantissimo.
- Arriviamo alla chiusura, all’idea del treno che partito da Terni ha toccato Foligno e Perugia, e alla serata a La Città della domenica…
Volevamo fare più tappe possibili, prendere il treno per toccare più realtà ma anche perché per esempio la Orte-Falconara era uno dei temi programmatici e l’idea era entrare nella carne viva del tema: i pendolari, le loro difficoltà. In questo caso va dato merito ai leader nazionali che durante la campagna elettorale ci hanno messo la faccia, presenziando all’iniziativa a Terni in piazza. Anche il comizio con il megafono a Foligno è stato entusiasmante, quindi la chiusura a La Città della domenica che secondo me plasticamente ha dato il senso di una grande diversità rispetto agli avversari che si sono chiusi in un palasport. Noi abbiamo ricreato una piazza, c’erano già le luci di Natale, un’atmosfera molto calda in un posto caro ai perugini… Ma sa in realtà cosa penso?
- Ce lo dica…
Più che un cammino è stata una marcia trionfale.


- Ma quanto ha inciso lei e la sua Lievito consulting?
Poco. Vogliamo fare una percentuale? L’altra volta le dissi l’1%, stavolta direi il 2%. Importante è stato il lavoro fatto da Tommaso Bori, De Luca, Piccolotti, Fabio Barcaioli. Anche Massimo Monni e Giacomo Leonelli. Hanno saputo tenere lontane le polemiche nazionali lavorando davvero come una squadra. Hanno costruito le condizioni ideali. Poi sono stati bravi i leader nazionali a spendersi per Proietti, in particolare Schlein che si è dedicata anima e corpo all’Umbria. Non dimenticherei l’effetto-Ferdinandi. Perugia città, al di là della performance di Andrea Romizi, è tornata a guardare prepotentemente a sinistra. Anche Vittoria si è spesa molto, ha trascinato il suo elettorato alle urne. Ma il 90% del merito è sempre della candidata, quindi di Stefania.
- Non si giudica in casa di altri, ma che ne pensa della campagna elettorale di Tesei?
Il centrodestra ha fatto una bellissima campagna elettorale, Mauro Ferrari è un’istituzione della comunicazione politica. Da fuori dico che gli umbri hanno semplicemente pensato - a torto o ragione - di stare peggio di cinque anni fa e hanno voluto il cambiamento. Poi non lo so se, per esempio, l’alleanza con Stefano Bandecchi è stata davvero utile. Non so se avessero scelto un altro candidato il risultato sarebbe stato migliore. Anche se, guardando i voti di Romizi, mi viene da pensarlo...

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