Nel cuore di Perugia il Lilli rinasce: Daniela Brughini, moglie di Marco Materazzi, acquista l'ex cinema e punta su musica e calcio

Ha scelto il cuore di Perugia per realizzare un sogno che mescola passione, memoria e un pizzico di romanticismo. Daniela Brughini insieme al marito Marco Materazzi, ex calciatore del Grifo e campione del mondo nel 2006, ha acquistato l’ex cinema Lilli, storico contenitore cittadino di proprietà della famiglia Lilli-Gubbiotti (una comunione ereditaria di sette soci) chiuso dall’1 maggio 2002.

- Brughini, quando e come è nata l’idea di acquistare l’ex Lilli?
Da tantissimo tempo. Da quando è chiuso dico sempre a mio marito che quello è il mio sogno. Mio padre era il proprietario dell’Etoile 54, e quindi ho sempre avuto la musica nel sangue. Non intendo però riaprire il Lilli per farne una discoteca, ma per farne un luogo legato alla musica, alla creatività, alla città. Quando si è presentata l’occasione, ho voluto tentare.
- Che tipo di progetto immaginate per quello spazio?
L’idea è quella di creare un luogo polifunzionale: musica dal vivo, mostre, eventi, teatro. Tutto ciò che può riportare vita e cultura nel centro storico. Io ho una grande passione per la musica e vorrei che questo fosse il filo conduttore. Intendiamo lasciare il nome Lilli, o qualcosa come by Lilli, perché per noi perugini è un simbolo.
- L’edificio è di 3.500 metri quadrati ma avete acquistato anche la terrazza, giusto?
Sì, anche la terrazza, che sarà uno spazio perfetto per eventi e iniziative all’aperto. Nell’ex cinema, poi, ci sono anche aree sotterranee molto ampie che si prestano a vari usi.
- Quali saranno quindi i prossimi passi?
Ora che abbiamo concluso il preliminare, dopo Natale ci dedicheremo alla pulizia della facciata e alla sistemazione esterna, per renderlo di nuovo presentabile. Poi inizieremo a sederci con calma per studiare il progetto. Ma prima di ogni altra cosa intendiamo parlare con il l’amministrazione comunale, con la sindaca che, a quanto ho capito, è molto contenta di questa acquisizione. Bisognerà avere chiaro cosa si può fare, anche rispetto alle concessioni e a un eventuale cambio di destinazione d’uso. E intendiamo confrontarci presto anche con la Regione.
- Si parla anche di un museo. Di cosa si tratta?
Sì, mio marito Marco da anni raccoglie cimeli della sua carriera e di quella dei suoi amici: più di quattromila pezzi, dai palloni con cui ha giocato a maglie storiche, moto, tute, fino a oggetti di Valentino Rossi. Avevamo pensato di realizzare questo museo a Milano, ma con l’acquisto del Lilli ci piacerebbe farlo qui, a Perugia. Sarebbe bello che diventasse un’attrazione anche per la città, un po’ come succede altrove con i musei sportivi.

- Sarà un progetto tutto vostro o avete soci?
No, nessun socio. È una scelta personale: voglio fare tutto io. L’immobile è intestato a me, Daniela Brughini. È qualcosa che un giorno lascerò ai miei figli e ai miei nipoti.
- Musica e calcio, quindi, sotto lo stesso tetto. Che tipo di musica ti piacerebbe portare al Lilli?
Io amo il rock. Quella è la mia passione. Ma ci sarà spazio per tutto: l’importante è che sia un luogo vivo, che respiri musica e cultura.
- Tra i sostenitori del progetto c’è anche Aimone Romizi de L’Umbria che spacca...
Sì, abbiamo scoperto da poco di essere parenti: sua mamma e mio padre erano cugini di primo grado! Ci siamo conosciuti qualche anno fa, e da allora lui mi ripeteva “facciamo qualcosa a Perugia”. Quando gli ho detto che avevo comprato il Lilli mi ha risposto: “Sei matta!”. Ma naturalmente lo renderò partecipe: può dare un grande contributo, anche con le sue esperienze nel mondo della musica.

- Da dove comincerete, concretamente?
Dalla facciata. Voglio che la gente, passando, veda che qualcosa si muove, che il Lilli sta tornando a vivere. Poi ci prenderemo il tempo di pensare bene a tutto.