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PERUGIA

Perseguita la ragazza che lo aveva rifiutato inviandole diciottomila sms: condanna a 3 anni a stalker 18enne

L'imputato si era invaghito di una ragazzina che lo aveva rifiutato. Lui aveva perseguitato lei, la mamma e pure un'amica comune

Francesca Marruco

09 Luglio 2025, 10:11

Perseguita la ragazza che lo aveva rifiutato inviandole diciottomila sms: condanna a 3 anni a stalker 18enne

Tre anni due mesi e 20 giorni. E poi due anni di misura di sicurezza, perché socialmente pericoloso, da scontare in libertà vigilata e con ordine di cura al centro di salute mentale, perché ritenuto parzialmente incapace di intendere e di volere. È questa la sentenza emessa a carico di un ragazzo di Perugia di appena 18 anni accusato di aver avuto atteggiamenti ossessivi nei confronti di una ragazzina di cui si era invaghito. È emerso inoltre che, il giovanissimo - che ieri mattina ha chiesto scusa dicendo sostanzialmente di non aver avuto contezza di quanto causato alla ragazza - aveva avuto ripetuti atteggiamenti persecutori pure nei confronti della mamma della vittima e anche verso un'amica della vittima.

A parlare ora, al termine del processo con rito abbreviato (che all'imputato è valso lo sconto di un terzo della pena) è proprio la mamma della giovanissima vittima. "È stato un vero incubo e credo che la sentenza un po' ci renda giustizia. Tutto ciò che ha vissuto mia figlia non è giusto a 20 anni, così come non lo è a nessuna età: messaggi, appostamenti sotto casa, minacce, atti persecutori continui che ti portano a doverti guardare le spalle e a non poter più uscire da sola. Anche col braccialetto elettronico la situazione non è migliorata, anzi abbiamo vissuto in costante allerta col dispositivo che suonava di giorno e di notte e la polizia che la chiamava o la raggiungeva perché lui era vicino. A un certo punto era ovunque, sotto casa, sotto il mio ufficio, persino al distributore dove facevo regolarmente rifornimento. Ciò che mi sento di dire è di fidarsi della giustizia e delle forze dell’ordine, e di denunciare sempre perché difronte a tali situazioni si è impotenti e non se ne esce da sole. E ancora che non sempre si tratta di ex. Nel caso di mia figlia si è trattato di un compagno di scuola che ha scambiato la sua gentilezza ed empatia in chissà cosa, il che ha scatenato in lui una vera e propria ossessione nei suoi confronti. Ringrazio la nostra avvocata Giuliana Astarita perché ci è stata vicina non solo professionalmente, ma anche umanamente, cosa non scontata e, in queste circostanze, di gran lunga la più importante".

Non si è trattato infatti di un iter lineare. Dopo che la giovanissima vittima e la madre lo avevano denunciato e che gli era stato notificato un divieto di avvicinamento lui aveva continuato imperterrito con gli stessi atteggiamenti persecutori, tanto che era stato arrestato e proprio per questi comportamenti era sfumata per lui la possibilità di accedere a una pena patteggiata. Al giovane, per cui il sostituto procuratore Patrizia Mattei aveva chiesto una condanna a quattro anni, venivano contestati episodi particolarmente gravi e inquietanti. Secondo quanto contenuto nel capo di imputazione infatti, il 18enne, avrebbe mandato qualcosa come 18 mila messaggi all'amica comune con la vittima. Quando infatti la ragazzina, inizialmente fidanzatina di un suo amico, lo aveva bloccato ovunque, lui aveva preso a scrivere all’amica. A spaventare non solo la quantità, ma anche il tenore. In diversi messaggi infatti il ragazzo scriveva “io prima o poi la rapisco e nessuno la rivedrà più, soltanto io perché è giusto così”. Alla comune conoscente poi diceva: "Non so dove andremo a finire, io a un certo punto della vita dovrò inscenare la mia morte o sparirò, molto probabile che me la porti via". E ancora: "Finché non mi arrestano non sono felice, il problema è che sta ragazza è diventata un'ossessione". Fino ad arrivare a dire "a costo di portare avanti una cosa clandestina fino alla tomba". In una delle innumerevoli occasioni in cui aveva violato in divieto di avvicinamento andando nei pressi di casa della ragazza, aveva scritto: "Dagli che adesso si balla, mi hanno anche chiamato dalla questura". Adesso, sceso evidentemente a più miti consigli, tramite l’avvocata Francesca Pieri che lo ha assistito, dichiara di rispettare la sentenza, ma anche di attendere le motivazioni per valutare l’eventuale appello. Intanto però si partirà con il civile. L’avvocato Giuliana Astarita, che assisteva le parti civili aveva chiesto un risarcimento di 80 mila euro ma è stato tutto demandato al civile senza provvisionali.


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