L'iniziativa
L'ingegner Umberto Garofoli
Centocinquantadue firme raccolte in poco tempo dai cittadini di Ponte Pattoli, frazione di Perugia, e portate a Palazzo dei Priori il 6 giugno, per contestare il tracciato della futura ciclabile che dovrebbe infilarsi tra le vie del paese, come derivazione della ciclopedonale del Tevere, dovrebbero essere una buona notizia per Vittoria Ferdinandi, per il suo “focus elettorale” sulla partecipazione, sulle decisioni condivise dal basso.
Purtroppo non è (ancora) così. Al documento, che chiedeva di modificare il progetto, recapitato anche a Vossi, Grohmann e al dirigente Tintori non è stato risposto. E siamo ad un mese preciso.
Che succede, dunque, nel piccolo borgo addormentato al caldo di luglio sulle sponde di un fiume che sembra immobile, stordito dal concerto delle cicale? Perché nei quattro rioni di Forra, Santa Maria, Scapezzo e Ponte si sono messi di traverso contro una iniziativa tutto sommato ecologica e salutare?
Riassume l’ingegnere Umberto Garofoli, che si è assunto, per ovvia competenza, il ruolo di coordinatore della protesta: “il progetto è della precedente amministrazione, ma né con Numerini, né successivamente con Grohmann e Vossi, per mille motivi, la poca gente venuta ad ascoltare aveva capito granché. Finalmente il 29 maggio siamo stati ricevuti in Comune, ed erano presenti, oltre agli assessori, anche le consigliere nostre paesane, Elena Fruganti di Fdi e Silvia Pannacci del Pd a testimonianza del fatto che noi pensiamo solo al bene comune e non parliamo di politica.
Abbiamo fatto presenti i nostri dubbi, come tecnico ho anche portato le eventuali soluzioni, ma ci hanno fatto capire che non intendevano cambiare nulla. Stiamo parlando di un borgo che nel suo nucleo centrale ha circa 800 abitanti e poche strade, dove tutti vanno piano, ci rispettiamo, ci conosciamo tutti. Allora, perché stravolgere la nostra vita mettendo via Oristano a senso unico (da lì attualmente si arriva diretti a Cva, scuola, farmacia e centro commerciale), inserendo poi altre deviazioni che ci porterebbero a fare dei giri viziosi dentro e attorno il paese. Creando intoppi, ingorghi e difficoltà che ora non esistono? Una sola cosa hanno cambiato: il percorso transitava in mezzo al piazzale dove ogni anno si svolge la Pontepattolissima, la nostra festa paesana, proprio dove montiamo stand, tendoni, gazebo e tavoli per la ristorazione. Girerà al largo, ma, contestualmente la ciclopedonale andrà a creare problematiche di circolazione da altre parti, specie su via Amendola”.
Possibile che in un contesto così allargato sia arrivata solo questa concessione? “Possibile, loro si sono giustificati dicendo che l’obiettivo è ridurre il traffico delle auto ed incentivare l’uso della bici tra i quartieri e tra i paesi lungo il Tevere. Ma lo sanno che qui a Ponte Pattoli ad usare la bici siamo io che ho 84 anni ed altre tre persone? I ragazzini vanno tutti lungo il sentiero sterrato e nessun adulto, anche con una ciclabile a disposizione, andrà mai in sella a fare la spesa o da un paese all’altro. Poi, se vuole, le dico che le argomentazioni dei tecnici del Comune e dei progettisti sono state date anche con un po’ di sufficienza, tipo ‘che saranno mai 3-400 metri in più da percorrere in auto per fare un giro più lungo’, o, al contrario, ‘se la strada non si può più fare andrete a piedi o in bici’. E ancora ‘le abitudini si cambiano’, fino alla risposta all’obiezione che su una via a senso unico quando passa il camion della Gesenu, che impiega circa 15’ per fare tutta la raccolta, si bloccherebbe tutto, si creerebbe una fila di auto, ci è stato detto che ‘allora vorrà dire che la raccolta si farà a giorni alterni’. La mia è una famiglia di ingegneri, progettisti, costruttori, da mio nonno a mio figlio, penso di meritare risposte un po’ più tecniche. Spero, comunque, che alla fine riusciremo ad incontrarci. Ripeto: le soluzioni le abbiamo trovate e proposte, pure a poco costo, ma studiate da chi abita il paese e conosce ogni sua più piccola sfumatura”.
Ingegnere, rinunciare al senso unico di via Oristano da parte del Comune potrebbe costituire un possibile punto di convergenza? “Direi di sì, anche se rimarrebbe qualche criticità nel progetto. Nel caso la ciclabile si potrebbe costruire al posto di uno dei due marciapiedi, come è previsto, peraltro, in via Benedetto Croce. Oppure realizzarla su una parte della carreggiata, portando le due corsie a 2,75 metri di larghezza. Noi siamo gente di pace, non come i nostri nonni che quando venne deciso di costruire la stazione della Fcu a Resina ignorandoa Ponte Pattoli, andarono lì di notte e la scaricano a colpi di piccone…”.
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