IL SERVIZIO
Giuliano Scorzoni con il figlio Luca, che continuerà la saga anche se in un’altra formula
Era una delle prime insegne che saltava sempre all'occhio di chi saliva in centro a Perugia fino a piazza Italia, passando per via del Circo. Lì, sulla sinistra subito dopo la curva che parte da Largo Cacciatori delle Alpi, la saracinesca al civico 21 sotto l'iconico logo ispirato alle scale mobili Scorzoni dal 1966 è da oggi abbassata, definitivamente. Una storia lunga 59 anni e che è destinata a continuare ma lontano dalle porte dell'acropoli, dove il punto vendita non ci sarà più.
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Era il marzo 1966 quando Giuliano Scorzoni, ancora militare, ha colto l'occasione della vita costruendo gli impianti della sala operativa dei carabinieri per poi iniziare a lavorare in vari enti in tutta Perugia. La ditta, nel tempo, è diventata sempre più grande e ha accompagnato il popolo perugino nel vivo di 6 decenni di evoluzione, o meglio, rivoluzione tecnologica. "La gente - racconta Scorzoni - veniva da me per vedere in vetrina tutte le grandi novità, a livello mondiale, che l'elettronica poteva offrire in quel momento. Clienti affezionatissimi e non solo del posto: c'è chi prendeva l'aereo da Milano per venire a trovarci".
Ma il punto vendita Scorzoni non era un semplice negozio di elettronica come tutti gli altri, è stato un punto di riferimento e di aggregazione per la città. Un salotto dove le ultime invenzioni che offriva il mondo della tecnologia facevano da cornice, perché poi a fare la differenza è sempre stata la competenza e il valore umano di Giuliano, che nel tempo si è trasformata in una figura di fiducia per il cliente, spesso smarrito nel vorticoso turbine di cambiamento e progresso che ha portato l'era della digitalizzazione.
"Il più clamoroso è stato il passaggio dall'antenna al digitale terrestre" secondo Scorzoni. Da lui sono passati i personaggi più importanti di Perugia, istituzioni e, per fare un esempio, anche gli attori di un processo: "E' capitato di trovarmi in negozio - insieme - testimone, imputato e avvocato... Ma anche tante personalità, come Renzo Arbore, Monica Vitti o Saadi Gheddafi. La fortuna del negozio è stata che, ogni anno, dal 1966, c'è sempre stata "l'ultima novità" che catalizzava l'attenzione: dalle calcolatrici agli walkman, e così via".
Poi, dal 2017, Giuliano ha passato il testimone al figlio Luca. Stesso anno in cui l'azienda è stata rilevata da Rimep, che si è impegnata a proseguire i posti di lavoro dei dipendenti di Scorzoni. "Il negozio abbassa la saracinesca semplicemente perché sono cambiati i processi e le modalità di vendita. E' l'evoluzione delle cose" spiega Giuliano. Ancora oggi la ditta è protagonista all'interno del Gruppo Rimep, infatti Scorzoni proseguirà la sua gloriosa storia, ora nelle mani di Luca, che aggiunge: "Chiude il punto vendita ma non l'azienda. Abbiamo fatto tesoro dell'esperienza acquisita in questi anni al pubblico per trasformarci. Da più di 10 anni sviluppiamo system integrator a livello nazionale. Realizziamo progetti privati per aziende, ora siamo al lavoro con l'autorità portuale di Porto Torres, dove stiamo mettendo in piedi il centro logistico e informativo del porto, e siamo attivi anche a Milano, Roma e Senigallia. Sempre con la stessa dedizione e impegno ora facciamo parte di un nuovo mondo, che continuiamo a portare avanti grazie agli insegnamenti di mio padre".
La più grande soddisfazione per Giuliano Scorzoni, insignito dell'onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica nel 2024, non poteva che essere quella di "aver fatto del bene", ha rivelato. Tutti glielo riconoscono, per avere aiutato persone anziane, con disabilità, non autosufficienti e senza mai guardare l'orario, che fosse giorno o notte. Chiusa la saracinesca per l'ultima volta, dopo pochi metri Giuliano viene fermato da una passante in via del Circo, "Siamo amareggiati e sconvolti. Io sono cresciuta con voi, e adesso chi chiamo quando ho bisogno di aiuto?" e poi dal parroco di Santo Spirito, monsignor Saulo Scarabattoli: "Scorzoni è qui dal 1966, stesso anno in cui sono diventato prete. Anno dopo anno, traguardo dopo traguardo, abbiamo trascorso queto tempo insieme. Gli sarò sempre grato, è cavaliere della Repubblica ma io lo avrei fatto anche monsignore. Sicuramente si impoverisce il quartiere ma speriamo di trovare una nuova realtà che non sia solo uno scaffale, ma una persona: questo ho trovato in Giuliano". E lui si commuove quando gli viene chiesto di salutare i suoi clienti con un messaggio: "Li ringrazio per tutto quello che mi hanno dato" dice con la voce rotta dall'emozione.
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