Sanità
Maria Damiani, 90 anni, originaria di Gubbio e affetta da una grave forma di demenza senile con disturbi psico – comportamentali, è ricoverata dal maggio 2021 presso la Casa Residenziale Assistita “Casa Benedetta” di Sigillo. Da quattro anni, il figlio sostiene una spesa mensile di circa 2400 euro per garantire alla madre il ricovero nella struttura. Ora, dopo anni di sacrifici economici ha deciso di dire basta presentando un ricorso ufficiale alla Regione Umbria e al Ministero della Salute, tramite l’associazione A. DI. CO (Associazione Difesa Consumatori).
La richiesta si basa sul principio sancito dalla Costituzione italiana sulla tutela della salute come “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Secondo la consolidata giurisprudenza della Corte di Cassazione, le persone affette da patologie come Alzheimer o forme accertate di grave demenza hanno diritto all’assistenza gratuita da parte del Servizio Sanitario Nazionale, anche in strutture che forniscono servizi di tipo assistenziale o alberghiero. Le sentenze più recenti della Cassazione infatti, hanno chiarito come la prestazione sanitaria per pazienti in queste condizioni sia inscindibile dalla quella assistenziale, rendendo quindi l’intera retta del ricovero a carico del Ssn.
Nel ricorso, il figlio non solo richiede di essere sollevato dal pagamento delle rette future, ma rivendica anche un risarcimento per le somme versate negli anni precedenti. Mentre si attende una risposta delle istituzioni, la storia di Maria diventa emblema di un nodo cruciale del sistema sanitario italiano: il rispetto effettivo dei malati cronici e non autosufficienti. Nel frattempo, abbiamo già provveduto a contattare gli uffici regionali competenti e siamo attualmente in attesa di una risposta ufficiale.
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