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Cani che salvano altri cani: la rete delle donazioni della Banca del Sangue di Perugia. La storia di Noce e Bud

Claudia Boccucci

23 Giugno 2025, 17:25

Cani che salvano altri cani: la rete delle donazioni della Banca del Sangue di Perugia. La storia di Noce e Bud

Il primo incontro tra Bud e Noce. Bud durante il prelievo alla Banca del Sangue di Perugia

Noce, una cagnolina di pochi mesi, viveva in un seminterrato buio, tra avanzi di cibo, legata a una corda ruvida. A salvarla è stata la vicina di casa, che la affidò alla famiglia di Alessandro Landini, sua moglie Angelica e il loro mastino tibetano Bud. Quattro anni di corse e coccole nella nuova casa, poi la diagnosi di una grave anemia emolitica. "Nelle vene di Noce scorre più acqua che sangue. Servono delle trasfusioni", disse il veterinario. Alessandro, con il cuore in gola, si è chiesto da dove provenisse quel sangue. Così scoprì i cani donatori, un mondo spesso sconosciuto fino al momento del bisogno. 

Tre sacche hanno riportato Noce a scodinzolare, intrecciando un filo rosso con Bud, che divenne un eroe della Banca del Sangue di Perugia. Con la sua stazza imponente e il mantello bicolore ormai striato di bianco dalla vecchiaia, Bud era il donatore modello: oltre i 20 chili, sano, docile, perfetto fino agli 8 anni. Oggi, compiuto il decimo compleanno non dona più, ma la sua storia fa luce su un sistema che pochi conoscono. 

A Perugia, dal 2011, Maria Teresa Antognoni e Arianna Miglio guidano una realtà pionieristica resa possibile dal fatto che l'Umbria è stata tra le prime regioni a recepire le linee guida ministeriali. Con 150-200 cani donatori attivi su 1062 registrati, la struttura distribuisce 200 sacche all'anno a cliniche e ospedali. Prima di ogni donazione, i cani vengono sottoposti a una visita clinica, esami ematici con kit per determinare il gruppo sanguigno e analisi di feci e urine eseguiti dalla struttura. Il prelievo, rapido in 5-10 minuti con i proprietari sempre presenti, riempie sacche conservate a 4 gradi per 35 giorni in frigoemoteche. La donazione e lo screening sono gratuiti, ma convincere i proprietari è una sfida: molti temono rischi che non esistono. Bud lo ha dimostrato aiutando trenta cani affetti da anemia, traumi, malattie immunitarie, parassitarie o tumori. 

"Anche i nostri amici a quattro zampe a volte hanno bisogno di sangue per salvarsi - spiega la Professoressa Antognoni -. I donatori devono essere idonei, per questo vengono selezionati e seguiti per ricevere le donazioni necessarie durante l'anno. Sensibilizzare i proprietari è un compito arduo, ma necessario per salvare animali bisognosi". Intanto Bud tramanda la sua missione al figlio Terence: a 18 mesi, età minima per donare, anche lui inizierà la sua carriera di donatore. 

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