GRAFFITI
Il binario 1 della stazione di Perugia a Fontivegge
Chi volesse provare l’imperdibile emozione di vedere da vicino “mille papaveri rossi” (grazie De Andrè...) non dovrà necessariamente salire verso la piana di Castelluccio per la fioritura. Basterà accontentarsi di una più modesta alternativa, come entrare sparati dentro la stazione di Fontivegge, finalmente avviata a cambiare volto, tra marciapiedi rialzati e allargati, ascensori, scalinate, 67 alloggi per studenti e sbirciare con discrezione tra i binari.
L’esplosione di rosso (ce ne sono 70 tipi diversi, ma qui, ci dicono, siamo al classico dei classici: papaver rhoeas) spunta tra le erbacce infestanti cresciute accanto al binario uno, aggrappate alla imperdibile protezione da “lavori in corso”, già di per se orrenda, allestita temporaneamente l’8 febbraio 2018 per ospitare il neonato Frecciarossa Perugia-Torino. Per farlo “dormire” dalla sera alle 22,30 al mattino seguente alle 5,24. Si vede che aveva bisogno di sponde per non cadere dal letto e siccome provvisorio è in Italia sinonimo di definitivo, la staccionata/recinzione ce la ritroviamo sempre lì, ma con tanto di vegetazione acclusa. Altro verde selvaggio è visibile anche lungo gli altri binari, inarrestabile, senza che qualche anima buona provveda a far pulizia. In fondo per dare un po’ di dignità a questa disastrata stazione, che è pur sempre la porta d’ingresso di chi arriva a Perugia, basterebbero poche decine di euro per un diserbante e qualche ora di lavoro di un giardiniere. Già, ma chi paga? Non il Comune, è chiaro. A lume di naso dovrebbe toccare a Rfi (Rete Ferroviaria Italiana, proprietà Ferrovie dello Stato), “gestore dell'infrastruttura, si occupa della manutenzione delle aree interne alla stazione, comprese le banchine e gli spazi destinati ai binari”. Non si parla di erbacce, visto che nessuno ha mai ipotizzato, sulla carta, che possa succedere un evento del genere in una stazione funzionante. Al massimo su binari morti, come abbiamo visto con la Fcu quando è stata chiusa per anni. La banale spiegazione che viene data è che tutto sarà ripulito, rinnovato e lucidato a fine lavori. Più o meno nel 2027/2028.
Nel frattempo oltre ai papaveri potrebbero spuntare anche i girasoli (i semi volano con gli uccelli) che fanno molto Umbria verde (e Van Gogh), mentre la pianta di fico, in rigogliosa crescita accanto al marciapiedi del binario due, è stata divelta giorni fa, probabilmente da un Intercity in transito. Così impara a superare la linea gialla.
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