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Elezioni rettore Unipg, Paolo Carbone: "Una governance aperta a tutti. Lo studente deve essere al centro"

Gabriele Burini

23 Maggio 2025, 16:03

Elezioni rettore Unipg, Paolo Carbone: "Una governance aperta a tutti. Lo studente al centro"

Paolo Carbone, vicedirettore del dipartimento di Ingegneria

Le parole chiave di Paolo Carbone, professore di Misure elettriche ed elettroniche del dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia, sono didattica, ricerca e terza missione. Anche se la sfida più grande sarà sul come mettere a terra le proprie idee per invertire il clima di sfiducia che si respira all’interno dell’Ateneo. “Lo studente deve tornare al centro, con attività di orientamento in ingresso e, soprattutto, in itinere - spiega il vicedirettore del dipartimento di Ingegneria dando un giudizio sull’Università di oggi e sull’ipotesi per il domani - Queste sono poco frequentate sia dai docenti che dagli studenti, e invece gli altri Atenei, anche privati e telematici, ci puntano molto. Per quanto riguarda la ricerca, invece, dobbiamo dare supporto ai nostri Maradona, perché ci sono tanti colleghi che portano fondi e va potenziato l’ufficio ricerca, così come semplificata la parte gestionale”.

Il profilo: Paolo Carbone, 60 anni compiuti ieri, è vicedirettore del dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia dal 2019, dove è professore ordinario di Misure elettriche ed elettroniche. E’ candidato al ruolo di rettore per il prossimo mandato 2025-2031. Nel 1997 è entrato nell’Ateneo perugino come ricercatore, tre anni dopo è diventato professore associato di Misure elettriche ed elettroniche, nel 2002 ordinario nella stessa disciplina. Dal 1990 svolge attività di ricerca negli ambiti della elaborazione statistica dei segnali applicata a problemi di misura: posizionamento in ambienti chiusi, sistemi di posizionamento magnetico, sistemi di misurazione a un bit, modellazione e caratterizzazione di batterie ricaricabili. Dal 2022 è presidente del Presidio qualità dell’Università degli Studi di Perugia, ruolo già ricoperto dal 2017 al 2019. Dal 2010 al 2013 è stato direttore del dipartimento di Ingegneria Elettronica e dell’Informazione, mentre nel 2011 è stato direttore in Italia del Bradford-Perugia MBA (Master in Business Administration) co-organizzato assieme all’Università di Bradford (nel Regno Unito). Dal 2003 è rappresentante della Direzione per l’applicazione della norma Uni En Iso 9001:2015 all’Università degli Studi di Perugia. Dal 2008 al 2011 è stato presidente dell’Associazione Tucep, e in questo ruolo ha coordinato l’attività di 5 persone per la progettazione, realizzazione e gestione di progetti formativi e di ricerca finanziati con fondi regionali, nazionali ed europei. Il programma elettorale completo è consultabile al link www.unipg.it/files/pagine/2066/programma-carbone.pdf

Spostando il focus sulla terza missione, per Carbone è necessario “costruire reti internazionali. Dopo la Brexit e dopo le politiche esclusive degli Usa, tanti flussi di studenti si sono spostati verso l’Europa: noi possiamo e dobbiamo essere più attrattivi, visto che il livello di internazionalizzazione dell’ateneo si aggira al 6 per cento. E poi serve valorizzare alcune aree dell’ateneo, penso a Medicina: bisogna andare oltre il fatto di non essere riusciti a creare l’azienda ospedaliera universitaria”. Certo, “è impensabile che terza missione e impatto sociale siano slegati dal territorio, dagli aspetti socio economici e dalla mobilità sociale che ne derivano. Il tema va coltivato con un fondo che l’Ateneo potrà mettere a disposizione per queste attività, anche cercando di sensibilizzare i docenti su questo argomento in un periodo in cui le carriere si fanno tipicamente con la ricerca. Ci dovrà essere molta attenzione anche se tanto si sta già facendo”.

Quindi, sulla questione del diritto allo studio, Carbone ha spiegato che l’argomento “ha a che fare con il ruolo che il rettore deve svolgere fuori dall’Ateneo. Giusto parlare dell’emergenza abitativa, ma poi ci sono le mense sotto terra con poca luce, gli studenti e i docenti non hanno spazi adeguati per mangiare quello che portano da casa. C’è la questione dei servizi sanitari per chi viene da fuori regione, del supporto psicologico. Va anche considerato che gli studenti non sono tutti uguali e riuscire a segmentare l’insieme per individuare le varie esigenze significa andare incontro ai bisogni della comunità”. La priorità delle priorità del vicedirettore del dipartimento di Ingegneria - che per ora non si sbilancia su ipotetiche alleanze per il secondo turno - è quella di “istituire una governance partecipata in cui tutti possono contribuire per proporre idee e proposte. Certo, ci sono alcuni aspetti che hanno dinamiche molto lunghe. Un altro tema è quello della gestione delle infrastrutture: abbiamo 120 edifici e molti devono essere ammodernati. Altre dinamiche devono riguardare la semplificazione dei processi e poi la sostenibilità, penso al fotovoltaico sui tetti. Quindi, la questione delle sedi decentrate: alcune necessitano di essere supportate ulteriormente, come quella di Terni”.

Inoltre, servirebbe “un istituto di ricerca e cura a carattere speciale, un tema che il nostro Ateneo ha già cercato di frequentare negli anni scorsi senza successo. Anche questo è uno dei grandi temi che dovrà essere considerato, stante il fatto che l’Umbria non ha un istituto di questo tipo e porterebbe un grande vantaggio di ricerca, di sanità pubblica e di richiamo di scienziati. Ma oltre al cosa fare, ci dovremo concentrare sul come: il clima, parlando con tantissimi colleghi, in qualche caso è di sfiducia e la nuova governance dovrà riuscire a invertire questa tendenza, perché se riuscirà a fare questo moltissimi problemi saranno risolti e moltissimi obiettivi saranno colti. Questa, forse, è la sfida più grande”.

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