UMBRIA
Sergio Sottani, procuratore generale
Partenza molto più che complicata per il processo penale telematico, che dal primo aprile sarebbe dovuto entrare in funzione a pieno regime e che invece, non solo stenta a essere effettivamente utile, ma crea problemi e lungaggini che nulla hanno a che vedere con l’auspicata semplificazione. Il dato allarmante emerge da un incontro tra tutti i procuratori del distretto umbro il procuratore generale, Sergio Sottani, che si è tenuto martedì mattina. In particolare, a creare enormi problemi è la piattaforma App, sviluppata dal ministero della Giustizia. Nella nota ufficiale della procura generale viene ripercorso quanto accaduto: “Il primo gennaio, quando la piattaforma fu introdotta per la prima volta, i problemi riscontrati la rendevano inutilizzabile. Molti tribunali intervennero per evitare un blocco del sistema, mantenendo una doppia modalità di deposito. La speranza era che nel trimestre successivo si potessero risolvere i problemi riscontrati” ma così non è stato.
La stessa “grave situazione è stata riscontrata nel distretto umbro dove si registra una carenza anche nell’assistenza agli Uffici”. I procuratori umbri hanno evidenziato “l’altro nodo cruciale che riguarda l'iscrizione delle notizie di reato. Questa fase del procedimento, di competenza esclusiva del pm è fortemente limitata dalla rigidità del software: non è possibile eliminare o modificare adeguatamente i reati, né correggere eventuali errori. La gestione telematica, anziché semplificare il lavoro, lo complica notevolmente, rallentando i tempi di iscrizione rispetto al metodo tradizionale. L’informatizzazione della giustizia è un passaggio necessario e inevitabile, ma deve essere attuata con strumenti efficaci. L’intento dei magistrati umbri non è quello di tornare al cartaceo, ma valutare caso per caso l’efficienza del nuovo sistema e di autorizzare, in caso di criticità, il deposito cartaceo per garantire la continuità dell’attività giudiziaria”.
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