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Perugia

"Prima o poi la rapisco", stalker invia 18 mila messaggi: disposta la perizia psichiatrica

Si torna in aula il 4 marzo per il conferimento dell'incarico al medico legale

Francesca Marruco

23 Febbraio 2025, 07:19

"Prima o poi la rapisco", stalker invia 18 mila messaggi:  disposta la perizia psichiatrica

In caso di condanna andrà incontro a uno sconto di pena. E’ una conseguenza pacifica della scelta, ormai incardinata, di percorrere la strada del processo con rito abbreviato. La richiesta dell’avvocato Francesca Pieri è stata condizionata alla perizia psichiatrica perché, secondo quanto sostenuto dal legale, il 19enne avrebbe problemi seri di natura psichiatrica e sarebbe già in cura. Un aspetto questo che fino adesso non era mai venuto a galla, nonostante del suo comportamento persecutorio nei confronti di una 18enne si fosse parlato più volte perché, già destinatario di un divieto di avvicinamento, aveva continuato a perseguitare e spaventare la ragazzina, arrivano persino a seguire la mamma.
Nei giorni scorsi davanti al gip l’avvocato Pieri, che lo assiste, ha chiesto l’abbreviato condizionato e il procedimento è stato rinviato al 4 marzo prossimo, giorno in cui verrà conferito l’incarico al perito psichiatrico.
Se dovesse emergere una totale o parziale incapacità di intendere e di volere, il giovane potrebbe addirittura non essere imputabile. In questo caso non si comprende come nulla di tutto ciò sia emerso in precedenza, quando cioè, il 19enne continuava a perseguitare le persone vicine alla 18enne di cui si era invaghito - lui stesso diceva di esserne “ossessionato” - arrivando a pedinare la madre, e inviare una quantità enorme, mai sentita, di messaggi a un’amica comune. Secondo quanto contenuto nel capo di imputazione infatti, il 19enne, avrebbe mandato qualcosa come 18 mila messaggi all’amica comune. A spaventare non solo la quantità, ma anche il tenore. In diversi messaggi infatti il ragazzo scriveva “io prima o poi la rapisco e nessuno la rivedrà più, soltanto io perché è giusto così”. Alla comune conoscente poi diceva: “Non so dove andremo a finire, io a un certo punto della vita dovrò inscenare la mia morte o sparirò, molto probabile che me la porti via”. E ancora: “Finché non mi arrestano non sono felice, il problema è che sta ragazza è diventata un’ossessione”. Fino ad arrivare a dire “a costo di portare avanti una cosa clandestina fino alla tomba”. In una delle innumerevoli occasioni in cui aveva violato in divieto di avvicinamento andando nei pressi di casa della ragazza, aveva scritto: “Dagli che adesso si balla, mi hanno anche chiamato dalla questura”. La vittima e la madre, che per colpa degli atti persecutori del ragazzo avevano letteralmente dovuto cambiare le proprie abitudini, continuando a vivere in uno stato di continuo terrore, sono parti civili nel procedimento con l’avvocato Giuliana Astarita.

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