Perugia
Inammissibili. La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i ricorsi presentati da accusa e difesa dopo la sentenza d’appello con cui era stata riformata la condanna in primo grado all’ex direttore generale del Santa Maria della Misericordia, Emilio Duca nell’ambito del processo Concorsopoli. Così facendo, i giudici della Suprema corte hanno messo un punto definitivo per la prima parte delle contestazioni mosse all’ex dg, quelle cioè definite con rito abbreviato. In primo grado Duca aveva chiuso a tre anni che in Appello erano stati ridotti a due anni e 11 mesi. Adesso quella sentenza è diventata definitiva, niente da fare per le doglianze della procura che voleva tornare alla sentenza più pesante, di primo grado. E niente da fare anche per la difesa che aveva lamentato un vizio di motivazione della sentenza di secondo grado. In questo modo, tra l’altro, vengono confermate anche le liquidazioni delle spese per le parti civili (Regione, Cittadinanzattiva, ospedale e Asl), per cui era stata chieta invece l’esclusione.
Per quanto riguarda invece le altre accuse di cui la procura accusava Emilio Duca, tra cui l’associazione a delinquere, il processo per l’ex dg, riprenderà a maggio. la sua posizione infatti era stata stralciata dal processone - al termine del quale erano stati condannati la ex governatrice, Catiuscia Marini, l’ex assessore alla Sanità, Luca Barberini, l’ex segretario regionale Pd, Gianpiero Bocci e molti altri. Per quanto riguarda l’associazione a delinquere Marini è stata ritenuta estranea, al contrario di Bocci e Barberini.
Secondo i giudici di primo grado - presidente Marco Verola, a latere Francesco Loschi e Sonia Grassi - c’era “un accordo criminoso stabile e indeterminato instaurato quantomeno tra i vertici dell’azienda ospedaliera di Perugia, in particolare l’ex dg Emilio Duca e l’ex direttore amministrativo Maurizio Valorosi e i relativi referenti politici, in particolare l’ex sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci e l’ex assessore regionale alla Sanità Luca Barberini”.
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