Perugia
Niente patteggiamento, almeno per ora, per Piero Fabbri, il 57enne di Assisi che poco più di due anni fa (11 gennaio 2023) esplose un colpo di fucile e uccise il giovane Davide Piampiano. Dopo la chiusura delle indagini, recapitata circa un mese fa all'indagato, il suo avvocato, Luca Maori aveva tentato la strada di un patteggiamento per il suo assistito che, dopo un iniziale arresto con l'accusa di omicidio volontario contestata dalla procura perugina, era stato scarcerato e si era visto riqualificare il reato in omicidio colposo (che prevede una pena decisamente più contenuta).
Il pm di Firenze, titolare del fascicolo, ha negato il consenso alla difesa del cacciatore 57enne: per questo motivo l'istanza non è nemmeno arrivata all'attenzione del giudice. Il sostituto procuratore procede quindi con la richiesta di rinvio a giudizio. Non è escluso che in sede di udienza preliminare la difesa di Fabbri possa avanzare un'ulteriore richiesta dello stesso tenore.
La famiglia di Piampiano ha sempre contestato la qualificazione del reato operata dalla procura fiorentina. Fabbri dopo aver sparato al giovane amico non chiamò subito i soccorsi e anzi raccontò solo menzogne alle persone a cui telefonò. Disse in un primo momento che il ragazzo si era sparato da solo: tutto venne registrato nella ripresa della Gopro che Piampiano aveva in testa. Il gip che firmò la sua custodia cautelare in carcere, scriveva: " “Fabbri lungi dal chiamare i soccorsi non fa altro che perseverare a raccontare agli interlocutori la menzogna dell'autoferimento di Davide nei lunghi minuti in cui il ragazzo urla di dolore in maniera straziante”. E ancora: “Non restava sul posto per soccorrere Piampiano bensì per alterare lo stato dei luoghi e delle corse pertinenti al reato, procedendo in distinti momenti a scarrellare e scaricare sia l'arma della persona ferita che la propria, prima che arrivassero altre persone sul posto; e il fermo proposito di salvare sé stesso da possibili conseguenze penali, anche a costo della vita dell'amico ferito”.
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