Sabato 06 Settembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

LIVE

logo radio

perugia

"Aggredita dai cacciatori, che hanno anche molestato mia figlia"

La denuncia della presidente di una onlus animalista

Francesca Marruco

08 Gennaio 2025, 10:12

"Aggredita dai cacciatori, che hanno anche molestato mia figlia"

“Quello che mi è accaduto è gravissimo: non solo io sono stata aggredita a ombrellate e pugni in testa, ma due di loro, hanno anche molestato con frasi oscene mia figlia sedicenne in preda al panico perché i loro cani erano entrati nella nostra proprietà e stavano creando aggredendo i tanti animali che noi ospitiamo nella nostra oasi”. E’ andata a sporgere formale denuncia ieri pomeriggio dai carabinieri la presidente della Onlus Sulle Orme di Enea, Francesca Paxia, che si occupa di animali anziani e maltrattati che nel pomeriggio di lunedì, come documentano diversi video pubblicati nel suo profilo Facebook è stata aggredita a pugni e ombrellate da un cacciatore a cui lei era andata a chiedere aiuto perché i cani di quella squadra (di caccia al cinghiale) erano entrati nella sua proprietà e stavano terrorizzando gli altri animali. In ospedale le hanno dato 7 giorni di prognosi ma per le ferite non fisiche ci vorrà molto di più. “Questi cacciatori - racconta - credono di poter fare quello che vogliono, mentre uno di loro, quello che sono andata a chiamare io, perché so dove di solito si posizionano, mi aggrediva, altri due sono andati a casa mia e invece di riprendere i loro cani si sono messi a insultare mia figlia minorenne con frasi a sfondo sessuale”. La presidente della onlus spiega che nella sua proprietà vivono e convivono moltissimi animali: cani, gatti, conigli, pecore, ma anche cinghiali che erano in pericolo. La donna ha anche raccontato di aver dovuto “implorare di farmi passare con le mia macchina a cui era stato intenzionalmente chiuso il passaggio dalle camionette dei cacciatori e che hanno solo riso compiaciuti quando ho detto che dovevo tornare a casa con urgenza perché mia figlia era in lacrime e hanno appositamente perso tempo per rallentare il mio rientro a casa”. Adesso a indagare sull’accaduto e delineare responsabilità saranno i carabinieri. Intanto dai social la donna e la figlia sono state travolte da un’ondata di solidarietà.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie