Perugia
Una vita compromessa per sempre. Non potrà mai esprimersi come gli altri. Ragionare come gli altri. Parlare come gli altri. Cantare, nuotare, giocare a calcio come qualunque altro bambino. Semplicemente stare in piedi senza sostengo. O anche, purtroppo, capire di non poterlo fare. Non gli sarà permesso nemmeno questo. Perché da quel maledetto 15 maggio 2022 la sua vita, già tanto fragile per le violenze a cui era stato sottoposto nei primi 10 mesi trascorsi al mondo da chi più di ogni altro avrebbe dovuto prendersi cura di lui, si è trasformata in una sequela senza fine di operazioni, tracheotomie, terapie intensive, riabilitazioni, alimentazione via sondino, infinite e dolorose ore di fisioterapia. E’ per questo motivo, per l'inestimabile danno che il piccolo di tre anni e mezzo ha subìto che sono stati chiesti tre milioni e mezzo di risarcimento.
La sua tutrice legale, l’avvocato Alessia Minniti, che negli anni lo ha seguito con costanza, determinazione e affetto, ieri mattina, mercoledì 11 dicembre, era presente in aula al tribunale di Perugia, affiancata dall’avvocato Stefano Tentori Montalto, che ha depositato la richiesta di parte civile, quando il gip, Valerio D'Andria, su richiesta del procuratore aggiunto, Giuseppe Petrazzini, ha disposto il rinvio a giudizio per i responsabili di quella barbarie. Vanno a processo - assistiti dai legali Donatella Panzarola e Vincenzo Bochicchio - con le accuse di maltrattamenti, lesioni gravissime, abbandono di minore la madre di origine nigeriana del piccolo e due suoi connazionali a cui lasciava il bimbo nel fine settimana. Come emerso dalle indagini scattate dopo quel 15 maggio 2022, quando il piccolo arrivò in arresto cardiaco e in ipotermia al Pronto soccorso di Perugia, anche quel giorno era in casa dei connazionali. Un uomo e una donna che per un trauma gravissimo alla testa, la cui la natura è rimasta ignota (secondo le perizie è compatibile sia con una caduta dall’alto che con una botta molto forte della fronte contro un piano di resistenza), lo hanno immerso ripetutamente in acqua gelida mettendolo in pericolo di vita. Per salvarlo i medici tentarono l’impossibile e ci riuscirono, ma i danni alla testa erano stati troppo gravi. E purtroppo c’era molto altro: la mamma lo aveva maltrattato per mesi, gli aveva addirittura causato fratture multiple alle braccia. Perché lo strattonava, gliele torceva, a volte per farlo provare a camminare a soli sette mesi. In altri momenti (alcuni ripresi in dei video del cellulare recuperati nonostante il tentativo di cancellarli della madre) lo prendeva a sculacciate, lo colpiva con le ciabatte. E poi quelle mancanze, deplorevoli per una madre: aveva omesso di curarlo con gli antibiotici quando servivano per l’otite. O di portarlo in ospedale perché, dopo una brutta caduta e una botta in testa, il bimbo vomitava. Gli aveva pure causato delle ustioni sulle manine: lei aveva detto di aver usato il ghiaccio per curare dei traumi agli arti. Ma quelle dita sembravano torturate e gli esperti erano stati perentori: “Le spiegazioni fornite non sono coerenti con la giustificazione data ai sanitari della loro eziologia”.
E’ per tutti questi motivi che il tribunali dei minori, mentre la procura di Perugia concludeva le indagini, le ha revocato la responsabilità genitoriale e non le è mai stato più permesso di vedere il bimbo da quel giorno. Il piccolo, dopo anni di ricovero, è stato affidato a una famiglia in Toscana che si prende amorevolmente cura di lui e lo sprona in ogni modo, anche contro ogni evidenza scientifica a recuperare piccoli spazi di normalità. Come quello, raggiunto con tantissima fatica, di alimentarlo non più con un sondino ma come ogni altro bimbo, per bocca. Il processo, per tutti e tre gli imputati, inizierà a ottobre 2025. “In dibattimento - dice l’avvocato Alessia Minniti - faremo tutto il possibile affinché siano quanto meno confermati i capi di imputazione. Mi impegnerò affinché sia resa giustizia a questo bimbo, che senza colpa e indifeso ha subito violenze inaudite da chi aveva il compito di proteggerlo e invece gli ha causato gravissime lesioni che gli hanno irrimediabilmente danneggiato l'esistenza”.
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