Esselunga a Perugia, scoppia la polemica. Toppetti (Pac 2000 A Conad): "Siamo sorpresi, mi chiedo cosa dobbiamo fare"

“Il nuovo Esselunga a Perugia? Diciamo che siamo sorpresi. La domanda che mi sono posto, e che invito a fare agli altri se fossero nella nostra situazione, è cosa dobbiamo fare?”. Parole e musica di Danilo Toppetti, amministratore delegato di Pac 2000 A Conad, che è intervenuto nel dibattito cittadino sull’ultimo insediamento commerciale in arrivo in città. “Via Settevalli è già iper presidiata commercialmente, non ci sono carenze di servizi per le famiglie – spiega Toppetti al Corriere dell’Umbria – In più quella zona ha anche un grande impatto di traffico. Ma comunque, al di là di tutto, a noi sorprende la mancanza di considerazione che la Regione e il Comune hanno avuto con Pac 2000 A Conad. Siamo la più grande azienda umbra, il nostro cuore pulsante è a Ponte Felcino nonostante siamo presenti in cinque Regioni, e sempre qui abbiamo mantenuto la sede legale e gli uffici amministrativi. Contribuiamo all’occupazione in tutto il territorio, con molti giovani, portiamo molte aziende fuori dall’Umbria”.

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Il progetto prevede una "grande superficie commerciale" in un'area con già cinque strutture in poche centinaia di metri. Meno parcheggi grazie al Brt

Tutte cose su cui “non abbiamo mai chiesto nulla”. Ma adesso, va avanti Toppetti, “vorremmo intervenire perché sono dieci anni che annaspiamo sulla riqualificazione di un nostro supermercato a Ponte Felcino, senza impattare sul consumo di suolo perché sposteremmo semplicemente delle volumetrie che già esistono in quella zona”. In sostanza, Pac 2000 vorrebbe spostare nella nuova costruzione il vecchio supermercato, dando in donazione la struttura attuale al Comune.
“Noi siamo fermi da 10 anni, nonostante abbiamo anche proposto la realizzazione di una serie di opere connesse sulla viabilità. Adesso invece arriva una nuova azienda e velocemente, senza anche passare per la Vas, riesce a insediarsi nella nostra città”, dichiara Toppetti.

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L’arrivo di Esselunga comporterà “nuovi equilibri commerciali, per tutte le aziende che operano nella città, e ci saranno anche delle modifiche occupazionali. Da qui, dunque, mi sono fatto questa domanda: cosa dobbiamo fare in questa situazione? Vedo un grande accanimento verso di noi e invece un minimo di considerazione me l’aspettavo. Noi – conclude Toppetti – non siamo un’azienda che fa polemiche, vogliamo solo dare il nostro contributo al territorio. Oggi invece mi sorge il dubbio che dobbiamo cambiare metodo di approccio”.