Cultura
Le tre età di Gustav Klimt tornerà in esposizione alla Galleria nazionale dell’Umbria da sabato 26 ottobre nell’ambito della mostra L’età dell’oro, dopo che nei tre mesi in cui è già stata a Perugia ha fatto registrare 62 mila visitatori. E, per parlare di questo quadro gioiello, è intervenuto il direttore della Gnu, Costantino D’Orazio. L’opera, infatti, è stata sottoposta a indagini diagnostiche per chiarire alcune questioni emerse durante lo studio dei documenti e della letteratura artistica che interessa la tela del maestro austriaco, per verificare le modalità e l’estensione dell’uso di materiali preziosi da parte dell’artista nel quadro. I risultati preliminari hanno confermato l’impiego di oro, platino e argento sia negli sfondi che a ornamento delle figure femminili.
- Direttore, avete scoperto quello che vi aspettavate?
Noi avevamo letto e in alcuni testi del passato che hanno raccontato le vicende del passato che Klimt avrebbe potuto utilizzare dei materiali preziosi, come l’oro e l’argento come fatto con altre opere. C’era però il sospetto che potesse aver utilizzato anche un altro metallo prezioso, devo dire molto raro nella pittura, il platino. Per accertarci che questo fosse stato fatto dall’artista abbiamo chiesto alla Cnr di effettuare delle indagini diagnostiche sulla tela. Ebbene, queste indagini hanno confermato che c'è anche del platino, quindi oro, argento e platino rendono questo dipinto non soltanto meraviglioso, brillante, sfolgorante, ma anche oggettivamente un quadro gioiello.
- Le indagini che hanno sottoposto ai raggi X il capolavoro di Klimt sono frutto di un accordo tra la Galleria nazionale dell’Umbria e la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, e sono state condotte dal Cnr e dal Centro di Eccellenza SmaArt dell'Università degli Studi di Perugia. Questo dà la dimensione dell'importanza culturale e dell’attenzione alla cultura che ha Perugia nei confronti anche di capolavori, ma non solo…
Noi cerchiamo sempre in ogni iniziativa di portare avanti due obiettivi. Il primo è coinvolgere al massimo il nostro pubblico. L’opera è stata esposta per tre mesi con un grandissimo successo e tornerà in mostra a partire dal 26 ottobre fino al 19 gennaio. L'altro obiettivo è sempre quello di coinvolgere il territorio sicuramente dall'Università degli Studi di Perugia c'era chi poteva effettivamente realizzare questo tipo di lavoro che per noi è assolutamente prioritario. Siamo un museo che custodisce, tutela, studia e poi una volta che fa delle scoperte, come in questo caso, le condivide con il pubblico.
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