Cantone: "A Perugia non c'è fentanyl, si indaga sulla dose sospetta"

Non c'è fentanyl a Perugia, in Umbria o in Italia. È quanto affermato stamattina dal direttore del Servizio Centrale Operativo della direzione centrale anticrimine della polizia di Stato, Vincenzo Nicolì, durante una conferenza stampa in questura a Perugia, convocata dal procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, al termine di una complessa indagine scattata in seguito al rinvenimento di una dose contenente fentanyl a Perugia nello scorso aprile. 

La dose, secondo quanto emerso, era stata consegnata da una tossicodipendente all'unità di strada della cooperativa Borgorete di Perugia. Dalle analisi è emerso che in quella dose c'era fentanyl ma in quantità elevatissima e con percentuali stranamente alte che avrebbe ucciso qualunque assuntore. Le indagini sulla dose proseguono. Intanto il procuratore Cantone, in conferenza con il questore Fausto Lamparelli, ha rassicurato  sull'assenza del pericoloso oppioide.  Dalle indagini sotto copertura della polizia andate avanti per mesi, è emerso che a Perugia c'è un fiorente mercato di spaccio di droga.

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Nell'indagine la squadra mobile di Perugia e il Servizio Centrale Operativo, hanno proceduto ad individuare e arrestare sette persone, tutte straniere e quasi tutte irregolari nel territorio dello Stato e senza fissa dimora, presunti autori dello spaccio. Sono state sequestrate, durante il periodo oggetto di monitoraggio e riscontro, 36 dosi di eroina, due di cocaina e 800 grammi di hashish. Tutte sottoposte ad analisi - presso i laboratori del Servizio Polizia Scientifica di Roma - e in nessuna è stata riscontrata la presenza di fentanyl né di altre sostanze diverse da quelle comunemente individuate. 

Gli arresti sono stati tutti convalidati dal Gip di Perugia che ha emesso nei confronti degli indagati misure cautelari di varia natura, in qualche caso la custodia cautelare in carcere o il divieto di dimora in Umbria.