Il caso
Anna Marra con la foto della sorella Sonia
“Quello su Sonia Marra è stato un processo ridicolo”. Anna, sorella della 25enne scomparsa da Perugia il 16 novembre 2006, non si dà per vinta e chiede di sapere dove è stata sepolta Sonia. Punta il dito contro la giustizia. “Era un procedimento indiziario, va precisato - spiega Anna Marra ma il processo è stato svolto su altri personaggi e non sull’imputato stesso. Sonia è stata offesa, si è parlato di lei come una poco di buono. Questo purtroppo vale quasi sempre quando al centro del caso c’è una donna. Non accade così per i maschi. Giudico ridicola anche la sparizione delle intercettazioni dai computer degli inquirenti. Quantomeno avrebbero dovuto tenerne una copia. Ecco come sono state fatte le indagini. I vigili poi, una volta entrati nell’appartamento di Sonia, hanno appurato che lo strumento che rilevava il gas nell’aria non funzionava. Nonostante questo, qualcuno ha affermato che il gas era stato aperto dalla mattina alle 7, ma era impossibile, anche perché l’uomo nero è stato visto la sera del 16".
"Altro elemento ridicolo - continua - il seminarista che ha detto al parroco che Sonia è stata tritata e buttata nell’immondizia. Poi ha precisato che si era inventato tutto per presunte vendette. E i casi di questo tipo sono tanti. Sonia non era uno giocattolo, dopodiché rilevo che tutte le persone che hanno parlato in un certo modo hanno avuto delle promozioni”. Le ricerche del cadavere? “Ridicole anche quelle: sono state effettuare solo in due zone, non a tappeto e con l’intensità di come si fanno attualmente e si dovrebbero fare sempre. Era un diritto di Sonia di essere ricercata. Il corpo lo devono trovare, Sonia deve tornare a casa e avere una degna sepoltura”.
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