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Perugia, La Sad a L'Umbria che Spacca. L'intervista: "Non fermatevi all'apparenza"

Gabriele Burini

07 Luglio 2024, 05:00

la sad

La Sad

Mai fermarsi all’apparenza. Parola de La Sad, che oggi, domenica 7 luglio, si esibisce a Perugia sul palco de L’Umbria che Spacca, per l’ultima data della kermesse dove da mercoledì si sono alternati Colapesce Dimartino, Fulminacci, Mahmood e Salmo/Noyz. Oggi dunque tocca al trio formato da Theø, Plant e Fiks, reduce dall’esperienza al Festival di Sanremo, che porta in giro per tutta Italia il Summersad Tour 2024.

- Parto da un grande classico: cosa significa stare nella Sad?
La Sad ha il significato già nel nome: vuol dire semplicemente non nascondere il fatto che nella vita ci siano dolore, tristezza, rabbia, disperazione. Affrontarlo e trasformarlo in qualcosa di positivo come abbiamo fatto noi con la musica - che per qualcun altro può essere con altre forme d’arte, col suo lavoro - è la nostra forza.
- La Sad nasce nel 2020, ma come vi siete conosciuti?
La Sad nasce a Milano anche se noi tre veniamo da regioni diverse. Ci siamo salvati a vicenda da periodi molto brutti. Summersad 1 è stato il nostro primo featuring, perché all’inizio eravamo degli artisti separati e la Sad ci teneva insieme perché avevamo lo stesso genere musicale e gli stessi gusti. Da lì ci siamo uniti vedendo anche il riscontro positivo dei fan e siamo andati avanti.

- Quella odierna è la quarta data del vostro tour estivo: come sta andando e cosa vi aspettate dal concerto di Perugia?
Il tour è partito alla grande, stiamo vedendo un grande riscontro, i fan sotto al palco sono sempre di più e questa roba ci riempie il cuore. Spero che il concerto di Perugia sia un’altra data epica come quelle che ci sono state finora.
- L’ultimo album si chiama Odio La Sad, perché? Avete percepito un po’ questo clima nei vostri confronti?
Sì, soprattutto con Sanremo ci siamo presi un sacco di odio. Ma la cosa che ci ha sempre caratterizzato è stata prendere tutto il nostro dolore, tutto l’odio che ricevevamo e trasformarlo in qualcosa di positivo. Dopo Sanremo questa cosa si è amplificata ancora di più, abbiamo deciso di chiamare l’album Odio La Sad proprio per esorcizzare questa cosa. Stiamo aprendo un po’ di menti finalmente, anche se il procedimento è lungo.
- C’è un messaggio che volete mandare alle nuove generazioni e a chi non vi conosce?
Il nostro messaggio è quello di non giudicare mai le persone se non si conoscono. Vedendoci, la gente può subito giudicarci come dei tossici o delle persone un po’ disagiate, invece magari se ascolta le canzoni si rispecchia in quello che diciamo. Bisogna scavare dentro prima di giudicare.

- In Odio La Sad ci sono molte collaborazioni, dagli Articolo 31 ai Pinguini Tattici Nucleari, da Rose Villain a Naska. Sono tutti artisti con stili diversi tra loro, ma anche diverso dal vostro: com’è stato lavorarci insieme?
Tutti questi feat sono nati un po’ per caso, per rispetto reciproco e perché ci piacevamo a vicenda. Sono collaborazioni di stima reciproca e di umanità più che per fare la hit che funziona per la radio. Non c’era nulla di programmato come può sembrare.
- Nel futuro de La Sad, finito il tour estivo, cosa c’è?
Non possiamo annunciare nulla, però possiamo dire che non ci fermiamo mai. Ora siamo concentrati sul tour.

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