LA RAPPRESENTAZIONE UNDERGROUND
Anamorfismi, installazioni, anagrammi, enigmi da risolvere. E ancora Qr-Code, Intelligenza Artificiale e un narratore improbabile come Ponzio Pilato in cerca della verità come in un thriller investigativo fatto di indizi e depistaggi. Quanto basta a fare, ancora una volta, del Presepe nel Pozzo un evento di richiamo. Fra conferme e novità, la 36esima edizione – tra le più intime e spirituali di sempre – ha aperto i battenti e li richiuderà solo l’11 gennaio 2026, invitando tutti a scendere nei suggestivi sotterranei del Pozzo della Cava di Orvieto, in Provincia di Terni.
“Il Prefetto della Giudea”, questo il tema, è il quarto del ciclo dedicato agli esclusi, dove a narrare la Natività è qualcuno che non è riuscito ad assistervi. “Dopo il quarto magio, Erode e Lucifero – spiega Marco Sciarra, ideatore dell’originale allestimento, nonché gestore del monumento che dal 2023 rientra nella Rete mondiale dei musei dell’acqua dell’Unesco – stavolta toccherà a Pilato raccontarci la sua versione, partendo dalla fine, quando incontrò per l’unica e definitiva volta Gesù”.
Una narrazione in dieci tappe che, tra installazioni e personaggi semoventi a grandezza naturale, non si dipana linearmente, ma attraverso salti temporali tra le prime comunità cristiane, l’annuncio ai pastori e i Magi. “Come ogni anno – prosegue Sciarra – lo scopo è quello di catapultare il visitatore dentro la scena, tra i personaggi, protagonista egli stesso dell’evento, tra i numerosi ritrovamenti etruschi, medievali e rinascimentali del complesso archeologico ipogeo”. Oltre alle scene animate, alcune installazioni a tema aiutano a comprendere la narrazione.
Fra queste, qualche “specchio magico” e una scultura in ferro battuto del laboratorio artigiano di Moreno Biritognolo, vincitore del Pialletto d’Oro 2025. Dopo lo smartphone sulla colonna della flagellazione, i simboli dei social nel castello di Erode, e le riedizioni delle opere iconiche dell’arte contemporanea, ad attirare la curiosità dei visitatori quest’anno sarà sicuramente l’elemento dell’Intelligenza Artificiale, con Pilato che si interroga e interroga su come gli strumenti attuali avrebbero aiutato la sua ricerca della verità. La soluzione, forse aperta, nella sontuosa scena finale.
Nell'ultima grande grotta del percorso sotterraneo, una Natività – inserita nella nona edizione di “A Natale regalati Orvieto” e nella 17esima del Circuito dei Presepi – tra il decostruito e l’onirico, in una sintesi tra nascita e Resurrezione, con un allestimento che mescola contemporaneità e dettagliata ricostruzione storica.
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