LA PRODUZIONE
Vincenzo Cecci, presidente del Consorzio Tutela Vini di Orvieto
Con l’approvazione definitiva del nuovo disciplinare da parte del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, sarà ora possibile produrre Orvieto Doc con gradazione alcolica minima di 10 gradi. Ad annunciare il passaggio storico per la denominazione è lo stesso Consorzio Tutela Vini di Orvieto nel rendere noto che la modifica ordinaria è stata già pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana ed è in attesa dell’ultimo passaggio formale a livello comunitario, che ne sancirà la piena efficacia.
L’iniziativa è nata nel contesto della modifica temporanea del disciplinare, introdotta per far fronte a “mutate condizioni climatiche per la vendemmia 2024”, e si è configurata come “un’opportunità di valorizzare l’identità della denominazione Orvieto Doc”. Non si tratta più solo di una sperimentazione tecnica: i primi due vini a bassa gradazione (annata 2024) – 10 e 10,5 gradi – sono stati prodotti da due aziende consorziate e sono attualmente sul mercato. La produzione verrà confermata anche con la vendemmia 2025, segno che il progetto ha già dato risultati concreti, in termini sia qualitativi che commerciali. Secondo il Consorzio, la nuova possibilità rappresenta una risposta concreta all’evoluzione del clima, dei consumi e dei mercati.
“Con questa iniziativa – sottolinea – l’Orvieto Doc si proietta nel futuro senza rinunciare alla propria identità storica, scegliendo di affiancare ai vini più strutturati e tradizionali anche versioni più fresche, leggere e contemporanee”. Il progetto tecnico alla base dei primi due vini è stato guidato da Pier Paolo Chiasso (società Chiasso Cotarella), Paolo Nardo (Gruppo Italiano Vini) e Massimiliano Pasquini (Castello della Sala – Marchesi Antinori), affiancati dal produttore Enzo Barbi (Decugnano dei Barbi). Il gruppo di enologi ha presentato in questi giorni i nuovi campioni alla base associativa del Consorzio, con l’intento di dimostrare come un’esigenza contingente possa tradursi in un’opportunità concreta. Nel corso della riunione consortile, i soci hanno potuto degustare alla cieca i due nuovi vini, già imbottigliati, riscontrando “un equilibrio aromatico e gustativo sorprendente, unito a una riconoscibilità territoriale ben preservata”.
“Con la modifica al disciplinare e la concreta messa in commercio dei primi Orvieto Doc a bassa gradazione – commenta il presidente del Consorzio, Vincenzo Cecci - offriamo al mercato una risposta reale: vini più moderni, più leggeri, ma profondamente radicati nel nostro territorio”.
Anche il presidente della Commissione tecnica scientifica, Riccardo Cotarella, sottolinea il carattere innovativo dell’operazione. “Questo risultato – dichiara – dimostra che un vino può rimanere identitario e di qualità anche con un grado alcolico più contenuto. Siamo i primi in Italia a fare questo passo in ambito Doc, e lo facciamo con coerenza e consapevolezza tecnica”.
Parlano di un “passo importante per l’Orvieto, che guarda avanti senza dimenticare le radici” i tre enologi che hanno lavorato per creare un Orvieto capace di raccontare la ricchezza di uve e terroir, in una versione più moderna e versatile. Il Consorzio, intanto, ha presentato anche una domanda di sostegno al Masaf per un progetto di ricerca scientifica, in collaborazione con il mondo accademico e gli istituti di sperimentazione. L’obiettivo è quello di avviare un percorso multidisciplinare che tocchi aspetti enologici, agronomici, normativi e di comunicazione, per valorizzare al massimo le nuove potenzialità dell’Orvieto Doc.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy