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Il caso

Orvieto senza defibrillatori salvavita. Se ne parla in tivù. La testimonianza dei familiari del commerciante stroncato da malore

La vicenda è stata al centro di due noti programmi televisivi: Striscia la notizia e Fuori dal coro. E il Comune ha preso impegni per risolvere il problema

12 Giugno 2025, 13:30

Non soltanto nel consiglio comunale di Orvieto, dove è stata presentata una mozione dell’opposizione per sollecitare il ripristino della rete di defibrillatori nel centro storico e la realizzazione di una rete Dae nelle frazioni, ma anche nei palinsesti televisivi.

Ad occuparsi della carenza di questi dispositivi automatici elettronici salva vitaè stato, infatti, Jimmy Ghione di Striscia la notizia che due anni fa aveva strappato al primo cittadino la promessa di ripristinare in alcuni punti i defibrillatori che facevano di Orvieto una città cardioprotetta. Ma anche Fuori dal coro, il programma di Rete 4 condotto da Mario Giordano che, a sua volta, ha dato voce alla figlia e alla moglie del commerciante orvietano Massimo Burla, stroncato da un infarto, all'età di 66 anni, il 9 maggio scorso, “dopo 47 minuti di agonia”, mentre si trovava all'interno del suo negozio d'abbigliamento di corso Cavour.

Su quanto accaduto indaga contro ignoti per omicidio colposo e omissione di soccorso la guardia di finanza. Dei 14 defibrillatori indicati sulla piantina turistica della città, al momento sono due quelli ripristinati in prossimità del pozzo di San Patrizio e del Duomo.

Dal Comune c’è la disponibilità ad aumentare il numero delle postazioni, a condizioni che ci siano custodia, manutenzione e personale formato. 

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