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LA RICERCA

Avvistata la "cozza zebrata" sul fiume Tevere nei pressi della diga di Alviano. Uno studio per prevenire l’espansione nei sistemi acquatici in Umbria

Una specie inserita tra le 100 più invasive d'Europa

30 Luglio 2025, 22:50

Avvistata la "cozza zebrata" sul fiume Tevere nei pressi della diga di Alviano.  Uno studio per prevenire l’espansione nei sistemi acquatici in Umbria

La Dreissena polymorfa o, secondo il suo nome popolare, cozza zebrata è arrivata in Umbria. Diversi esemplari sono stati rinvenuti nel Tevere in provincia di Terni, nel territorio del comune di Alviano, dopo la diga. A scoprili sono stati i partecipanti ad un’uscita in canoa dell’associazione sportiva dilettantistica Discesa internazionale del Tevere, che ne hanno dato notizia ai ricercatori dell’Ispra (l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) coordinatori del progetto di Scienza partecipata “Tevere molluschi fantastici e dove trovarli”. Il mollusco bivalve, la cui fisionomia è facilmente riconoscibile dalle strisce chiare e scure sulla valva, è stato verificato da due esperti malacologi del progetto.

“In precedenza - fa sapere l’Ispra - la cozza zebrata era stata segnalata nel Tevere solo a Roma, mentre in Italia è segnalata a partire dal 1971 ed è diffusa, anche se in maniera localizzata, in diversi sistemi di acqua dolce. Si tratta di una specie invasiva, inserita, in un lavoro scientifico del 2017, tra le 100 più invasive in Europa. Nei paesi in cui è diventata altamente invasiva, come ad esempio la Spagna, oltre al danno alla biodiversità vi è anche un grande danno economico in quanto tende a colonizzare tubazioni ed infrastrutture acquatiche, con relativo costo sia di ripristino sia di controllo della specie. Al momento, in Italia, non è in fase di espansione, ma la sua diffusione andrebbe monitorata e tenuta sotto controllo per limitare il rischio di diffusione. Infatti, molte specie, prima di espandersi, divenire invasive e rappresentare una minaccia per l’ecosistema, hanno un periodo di ‘latenza’”.

Dopo che l’informazione sull’avvistamento, risalente allo scorso aprile 2025, è stata diramata con le modalità dell’Early Warning, è stata realizzata una pubblicazione scientifica. Tra gli autori, il professor Gianluigi Bini del Museo Malacologico di Città di Castello. Gli autori, onde prevenire l’espansione nei sistemi acquatici in Umbria, sottolineano l’importanza di monitorare i corsi d’acqua ed effettuare i cosiddetti "check, clean and dry" su tutte le imbarcazioni, attrezzature e vestiario che entrano in contatto con laghi e fiumi dove sono segnalate specie invasive, quindi avvisare, tramite appunto procedure di "early warning", quando in un nuovo corso d’acqua la specie viene segnalata. Pratiche, queste, di particolare importanza per evitare la diffusione della specie avvistata tra il Lago Trasimeno, dove è in espansione, e il Tevere, dove è da poco arrivata nel tratto alto.

Gli esperti sottolineano anche l’importanza di programmi di eradicazione che, specie in prossimità di impianti artificiali come le dighe idroelettriche dove la specie colonizza con più facilità, potrebbero rallentare la diffusione della specie. In questa direzione, anche in Umbria, i programmi di scienza partecipata di monitoraggio sulle specie di acqua dolce si rivelano particolarmente efficaci per la conservazione della natura, dal momento che l’identificazione e l’eradicazione delle specie invasive contribuiscono a rallentare l’elevato rischio di estinzione delle specie d’acqua dolce. La segnalazione circa l’avvistamento della cozza zebrata è stata inserita all’interno del web-gis del Network Nazionale Biodiversità ed in altri repository per portare la notizia a conoscenza dei diversi enti di conservazione interessati. 

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