ELEZIONI
Per le elezioni comunali di primavera ad Amelia - in provincia di Terni - intanto c'è il nome, lo stesso che ha vinto alle regionali: “Amelia - Un Patto Avanti”. E la formula; anche qui la stessa che ha portato al successo la presidente dell'Umbria Stefania Proietti: Pd, 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Psi e Sinistra Amerina (ex Rifondazione e movimenti di sinistra).
La coalizione di centrosinistra appare un po' sguarnita al centro: Azione di Calenda non c'è. Il partito moderato partecipa sì al tavolo delle trattative, ma ancora non ha dato la sua adesione per entrare nell'alleanza. Prima vuole vedere chi è il candidato a sindaco. La ricerca della persona potenzialmente valida per competere con il centrodestra di Avio Proietti Scorsoni è tutta da trovare.
Intanto i partiti del centrosinistra hanno scritto una generica filosofia d'intenti: “È urgente e necessario ricostruire una comunità unita e solidale; quindi mettere il benessere delle persone al centro della riflessione politica e di una rinnovata azione amministrativa, che sia realmente aperta alla partecipazione della cittadinanza in tutte le sue forme”.
Quella della ricerca del candidato a sindaco è la vera partita che può testare la tenuta dell'unità della coalizione di campo largo se non larghissimo. Si tratta di una ricerca fluttuante tra il nuovo che avanza, ma che non spicca e non trascina, e la vecchia guardia di solida esperienza che però nicchia e preferisce restare dietro le quinte. Tra questi ultimi il nome più gettonato, anche se dichiaratosi non disponibile, è quello dell'ex sindaco Fabrizio Bellini. C'è poi l'ex democristiano e cattolico Gabriele Benedetti, già assessore con Romagnoli negli anni Ottanta, quindi personaggio in grado di attrarre il voto moderato; ma, come Bellini, poco incline a tornare in pista. Infine c'è Sergio Pricano, una vita nel Pd, da qualche tempo non più tesserato, una solida esperienza come funzionario comunale e molto ben visto dai 5 Stelle.
Se invece il centrosinistra dovesse pescare tra le nuove leve, due nomi sono i più ricorrenti: Nicolò Pitaro e Nicoletta Valli. Resta infine la società civile, anche se l'esperienza precedente con Pompeo Petrarca, non ha dato buoni risultati.
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