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Motori

Elettrico o Termico: non si tratta di una "O", ma di una "E"

L'Unrae chiede chiarezza ed una normativa realistica per il settore auto

Giovanni Massini

16 Dicembre 2025, 16:50

Elettrico o Termico: non si tratta di una “O”, ma di una “E”

“Basta con la dinamica della contrapposizione – ha detto Roberto Pietrantonio, presidente Unrae – questo o quello non va bene. Elettriche ed ibride devono rappresentare una scelta e non un obbligo. Non bisogna, però, lasciare spazio a dichiarazioni o proclami incendiari e narrazioni tossiche, che vogliono comunque stroncare tutto quanto fatto fino ad ora”. Pietrantonio ha parlato di un’Europa che “Deve tornare ad una visione più realistica sulla mobilità”, ma anche del fatto che con le barricate non si ottiene nulla. Per crescere serve dialogo e non limiti da imporre a case straniere: un target di contenuto minimo obbligatorio del 70% di “Made in Europe” per l’incentivazione della domanda. L’Unrae, in 75 anni, è sopravvissuta a 63 governi ed ora chiede maggiore chiarezza normativa e maggiore attenzione. Secondo Unrae serve un modello "A tre corsie", per auto, veicoli commerciali leggeri e pesanti, per un approccio più realistico al target del CO2, che deve necessariamente aprirsi a tecnologie "ponte". "Negli ultimi anni – ha proseguito Pietrantonio - l'Europa ha imposto obiettivi senza investire a sufficienza nei fattori abilitanti e la transizione non è stata accompagnata da una politica industriale europea".

 

L’incontro è stato anticipato dallo studio dell’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School, introdotto dal prof. Fabio Orecchni, direttore scientifico dell’osservatorio: “Percezioni e consapevolezza dell’auto elettrica in Italia”. Uno studio condotto con interviste a domanda aperta, con l’aiuto dell’AI. Diamo uno sguardo a qualche numero: tra i non possessori di un Battery Electric Vehicle (BEV), il 67% esprime timori sulla durata della batteria e oltre il 58% percepisce la rete autostradale di ricarica come insufficiente, il 72% ritiene il prezzo d’acquisto troppo elevato; tra i possessori il 56,4% apprezza la maggiore economicità dell’elettrico rispetto al termico, oltre il 70% considera adeguata la gestione quotidiana dell’autonomia. Entrambi i gruppi, però, sono d’accordo sul fatto che le infrastrutture di ricarica sono attualmente insufficienti. I fattori di sblocco, di un mercato BEV, in cui siamo fanalino di coda d’Europa (basti pensare che noi siamo a poco più del 5% ed il Portogallo è al 22), secondo le rilevazioni effettuate, sarebbero quattro: riduzione prezzo d’acquisto (priorità per il 55% degli intervistati); stabilità degli incentivi; rete di ricarica più capillare; maggiore garanzia di lunga durata per le batterie.

 

Stando ai numeri Unrae, il mercato auto è sempre in calo, rispetto ad un 2019 precovid. In Italia, per l’anno in corso si prevedono 1,520-1,525 milioni di unità vendute: -2,2% sul 2024 ma ben 400 mila unità al di sotto del 2019, anche se per il 2026 si prevede un lievissimo recupero (1,540 milioni). Per quanto riguarda i commerciali leggeri, dopo la crescita degli ultimi anni, si registra un 2025 in leggero calo (-4,4%), con conseguente stagnazione, anche per il 2026. In flessione anche i veicoli industriali, stimata in un 2,5%. A causa di un trattamento fiscale penalizzante, poi, in Italia le auto aziendali sono al livello più basso d’Europa. Conti alla mano, secondo l’Unrae, una maggiore detraibilità fiscale, con un mancato introito pari a 85 milioni di euro a carico dell’erario (al netto dell’extragettito), si otterrebbe un incremento vendite pari a oltre 100.000 autovetture green nella fascia 0–60 g/km. Molto più conveniente dello stanziamento di 923,4 milioni di euro per incentivare l’acquisto di autovetture a zero o bassissime emissioni, che ha generato un immatricolato di  90.000 vetture. L’Italia, comunque, è fanalino di coda per BEV ed anche per ricaricabili (BEV+PHEV): 11,3% vs il 33,4% del Regno Unito, 28,9% della Germania, 25,1% della Francia e 18,9% della Spagna.

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