Motori
Vogliamo dedicare un po’ di spazio a due splendidi gladiatori, Giulia e Stelvio Quadrifoglio, due auto, diciamolo, sottovalutate dal mercato al momento della commercializzazione, fortunatamente rivalutate oggigiorno. Due auto che insistono su una delle più belle piattaforme automobilistiche mai realizzate, la “Giorgio”, condivisa anche da Maserati. Un vero concentrato di tecnologia, con albero di trasmissione in carbonio ed avantreno a “Quadrilateri alti”. Insomma, dal punto di vista prestazionale, come diciamo in gergo: “Non ce n’è per nessuno”. Al contrario delle prime voci allarmistiche, su una dismissione di Giulia e Stelvio native su piattaforma Giorgio, fortunatamente in casa ci hanno ripensato e, con i dovuti aggiornamenti ed ibridizzazioni varie, queste auto e questa magnifica architettura tecnica, seguiteranno ad esistere, almeno fino al 2032. Massima espressione di Giulia e Stelvio, la versione “Quadrifoglio”, che nasceva con 510 Cv e trazione posteriore pura sulla Giulia e integrale sulla Stelvio e credete a chi ha avuto la possibilità di provarle in pista, per quei fortunati che possono permettersi un’auto di questo genere (solo per bollo e super bollo si sta intorno ai 5.000 euro), non c’è bisogno di cercare in altri paesi.

Ricordiamo che il simbolo del “Quadrifoglio” nasceva nel 1923, quando Ugo Sivocci vinse la Targa Florio con la sua Alfa Romeo RL, che volle effigiare con questo simbolo porta fortuna. Da allora, questo logo è andato qualificare le Alfa da pista, ma nel 1963, con la Giulia Ti Super, è sceso in strada. Oggi l’Alfa propone una serie speciale “Quadrifoglio Collezione” per questi modelli super prestazionali, tirata, per l’appunto, in soli 63 esemplari disponibili in : Europa, UK, MEA, Cina e Giappone. Innanzitutto i Cv arrivano a 520, l’impianto frenante è carboceramico e lo scarico è Akrapovič. Internamente arrivano sedili super sportivi Sparco con guscio in carbonio (numerati). La livrea esterna è affidata al “Rosso Collezione Giulia” ed al “Rosso Collezione Stelvio”, derivati dal celebre “Rosso Villa D’Este” della 33 Stradale. Le versioni, ovviamente, sono tutte numerate.

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