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Lettera a Ursula Von der Leyen da Acea e Clepa: "Raggiungere gli obiettivi di CO2 per il 2030 e il 2035, non è più fattibile"

Giovanni Massini

29 Agosto 2025, 13:21

Lettera a Ursula Von der Leyen da ACEA e CLEPA

Ola Källenius, presidente dell’associazione dei produttori automobilistici europei (ACEA) e Ceo di Mercedes-Benz e Matthias Zink, presidente dell’associazione dei fornitori europei dell’industria automobilistica (CLEPA), hanno inviato una lettera ad Ursula Von der Leyen, sulla necessità di rivedere limiti e strategie per la transizione ecologica. In sostanza, si fa presente che l'UE rischia di perdere la svolta nella transizione automobilistica. “Insieme, abbiamo lanciato centinaia di nuovi modelli di veicoli elettrici – si legge - e ci siamo impegnati a investire oltre 250 miliardi di euro nella transizione verde entro il 2030. Vogliamo che questa transizione funzioni, ma siamo frustrati dalla mancanza di un piano politico olistico e pragmatico per la trasformazione dell'industria automobilistica”. In sostanza, si afferma che il percorso di decarbonizzazione stabilito dall’Europa necessita di “Maggiore pragmatismo e flessibilità”, perché limiti e tempi stabiliti, non sono più realistici. I problemi evidenziati sono molteplici: innanzitutto l'Europa versa in una quasi totale dipendenza con l'Asia, per le batterie; c’è carenza e disuniformità di infrastrutture di ricarica; costi di produzione dell’energia elettrica troppo alti; tariffe gravose da parte dei principali partner commerciali, come il dazio del 15% sulle esportazioni di veicoli dell'UE verso gli Stati Uniti.

 

Ci viene chiesto di trasformarci con le mani legate dietro la schiena – si legge ancora – quando la quota di mercato dei veicoli elettrici a batteria è ancora lontana dal livello necessario”. In Europa, l’elettrico ha una quota di: circa il 15% per le auto, circa il 9% per i furgoni e il 3,5% per i camion. L’utente, insomma, risulta ancora diffidente verso questa nuova tecnologia e, per spingerla a dovere, servono ben altri approcci, per: incentivi a lungo termine e più coerenti, minori costi energetici per la ricarica, sussidi all'acquisto, sgravi fiscali e un accesso favorevole allo spazio urbano. Un piano di trasformazione più realistico, che deve vedere oltre l'idealismo e considerare a dovere le attuali realtà industriali e geopolitiche. Quindi: “Raggiungere i rigidi obiettivi di CO2 per auto e furgoni per il 2030 e il 2035, nel mondo odierno, semplicemente non è più fattibile”. Bisogna rivedere il tutto, anche in considerazione della salvaguardia e della competitività industriale europea, spingendo su strategie più fattibili, come: accelerare il rinnovo della flotta esistente, ampliare gli incentivi fiscali e di acquisto anche per auto e furgoni aziendali e introdurre misure mirate per camion.

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