MOTORI
Lotta Jakobsson, Katharina Sachs e Chiara Angeli
Siamo in casa Volvo e per una volta non parliamo di elettrificazione, prestazioni e sicurezza ma di donne. Sì, proprio le donne e proprio nell’Automotive, tradizionalmente “il” settore maschile per eccellenza, quello dove ancora troppo spesso le creature che giungono da Venere devono affrontare resistenze e preconcetti circa le loro capacità e dove le più giovani fanno fatica a immaginarsi carriere a lungo termine. Nonostante questa scarsa fiducia, il mondo femminile influenza all’85% le decisioni riguardo la scelta dell’auto da acquistare ed è dunque più che mai determinante per il mercato mondiale. Per dimostrare che il binomio donne&motori non solo “si-può-fare!” (cit. Frankenstein Jr.) ma può realizzare risultati professionali felicissimi, la Casa svedese ha organizzato un talk presso il Volvo Studio di Milano coinvolgendo tre solidi esempi di women empowerment aziendale: Lotta Jakobsson, esperta di sicurezza attiva e passiva, Katharina Sachs, designer responsabile degli esterni della EX30, e Chiara Angeli, a capo delle operazioni commerciali in Italia. Un panel di donne di spicco che hanno avuto l'opportunità di raccontare le loro storie personali, mostrando come l’approccio del brand valga anche al di fuori dei confini svedesi, a riprova della forza dei valori che l’azienda esprime.
L’incontro ha preso spunto dal Sandy Myhre Award, il riconoscimento attribuito ogni anno dalla giuria del WWCOTY (il Women’s Worldwide Car Of The Year, ovvero l’organizzazione internazionale di giornaliste dell’auto) e che nel 2024 è andato proprio alla Volvo. Significativa la motivazione del premio: la Casa svedese è stata identificata a livello mondiale come la più attenta alle donne, non solo per le caratteristiche di sicurezza e funzionalità delle auto che produce ma anche per il DNA aziendale, che promuove parità di genere e inclusività.
Benché costituisca già un esempio virtuoso su questi temi, con donne in posizioni di rilievo in tutta l'azienda (ingegneria, tecnologia, design, marketing-PR, risorse umane), per i prossimi anni Volvo si è posta obiettivi altrettanto ambiziosi. Per dare un esempio, entro il 2027 la Casa riconoscerà parità retributiva ai suoi dipendenti: musica per le orecchie e i portafogli femminili che attualmente, a parità di mansione, in Europa sono del 13% più leggeri di quelli maschili. Ancora, entro il 2030 la quota femminile in posizioni di Senior Leadership salirà dall’attuale 31% al 34%, mentre la perfetta parità è già stata raggiunta al top dell’azienda, con quattro donne manager su otto nell’Executive Management Team. Alla base di tutto ci sono i valori ai quali il brand Volvo è storicamente fedele e la sua politica in tema di DEI (Diversity, Equity, Inclusion), che gioca da sempre un ruolo fondamentale non solo nella progettazione e nella costruzione delle auto, indipendentemente da etnia, sesso, età, altezza, forma o peso, ma anche nella realizzazione di un ambiente di lavoro dove ogni persona viene motivata, valorizzata, messa al centro.
Chiara Angeli, in Volvo Italia dal 1996, è ingegnere elettronico ed è stata premiata come miglior Direttore Vendite Italia 2011 e 2012. Le sue parole sono semplici e potenti: “La mattina, quando vado in ufficio, mi sembra in effetti di andare a casa. È un ambiente di lavoro speciale, nel quale il rispetto reciproco è la regola numero uno, indipendentemente dalla gerarchia”. Aggiunge Katharina Sachs, che a soli 28 anni è stata nominata responsabile del design esterno della EX30: “Se dovessi nominare l'aspetto più importante della filosofia aziendale di Volvo, sarebbe fiducia. Quando ti fidi delle persone – della loro creatività, del loro giudizio, del loro potenziale – ti danno il meglio di sé. Questo tipo di ambiente è raro ed è ciò che ha reso il mio percorso in Volvo così significativo”.
Infine la testimonianza di Lotta Jakobsson, vero pilastro della tecnologia Volvo sul fronte della protezione di guidatori, passeggeri e pedoni. In oltre 35 anni votati completamente al tema sicurezza, questo ingegnere appassionato di anatomia e biomeccanica ha progettato dispositivi essenziali come gli airbag laterali, il sistema a protezione dal colpo di frusta e un innovativo tipo di manichino da crash test che riproduce le fattezze di una donna in gravidanza. Per lei, “è stato molto importante lavorare in un’azienda che ha come linea guida l’approccio centrato sulla persona. Sia dal punto di vista dell'ambiente di lavoro sia per i nostri valori fondamentali di sicurezza e tutela ambientale, si tratta di un elemento davvero cruciale”.
A conclusione della sessione, Sandy Myhre (decana delle giornaliste automotive di tutto il mondo, giunta appositamente dalla Nuova Zelanda per l’occasione) ha consegnato il premio che porta il suo nome proprio a Lotta Jakobsson affermando: “Quando abbiamo iniziato le votazioni per eleggere il brand più vicino alle donne, è stato subito chiaro che Volvo non avrebbe avuto concorrenti. È una questione di prodotti ma anche di attitudine aziendale, che è a favore dell’inclusività e del rispetto di tutti gli individui e che dà quindi alle donne concrete opportunità. Da giornalista dell’auto che lavora in un settore prettamente maschile, dove per tanto tempo sono stata l’unica donna presente, questo aspetto è di fondamentale importanza”.
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