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Kgm, 70 anni di storia su ruote. La Actyon si rinnova e la Torres sposa l’elettrico

Giovanni Massini

08 Maggio 2025, 12:09

Kgm: 70 anni di storia su ruote

Prima di scendere nel dettaglio, una premessina è d’obbligo. Oggi parliamo di Kgm, un marchio che eredita un patrimonio tecnico importante, quello di Ssangyong, azienda coreana, che vanta oltre 70 anni di storia, soprattutto sullo sviluppo di mezzi 4x4 e che è approdata qui da noi circa 25 anni fa, con prodotti improntati sempre ad un ottimo rapporto prezzo-qualità. I primi modelli, infatti (Musso e Korando), montavano motorizzazioni Mercedes. Kgm, una compagnia con interessi nei settori più disparati (dalla chimica all’elettronica), sullo stile di quelle multinazionali coreane, una volta definite “Conglomerate”, è importata, in Italia, dalla “ATFlow”, azienda solida e dinamica, del gruppo Autotorino. Prodotti che mirano, dunque, ad attrarre un pubblico abituato ad interni e finiture di un certo tipo, non certo dozzinali. La gamma disponibile è davvero ampia e comprende 7 modelli, Suv di varie dimensioni, anche con trazione integrale e pick-up, con motorizzazioni benzina, ibride, diesel ed anche elettriche (con tecnologia Byd). “Kgm ha già una rete di circa 20 punti – ha detto Luca Ronconi, direttore generale di KGM Italia e consigliere delegato di ATFlow  - arriverà a coprire l’intera penisola, entro la fine dell’anno e ha in cantiere tanti nuovi prodotti, che arriveranno entro il 2028, come un nuovo 7 posti, il nuovo Tivoli ed anche un Torres pick-up”.

 

Oggi vogliamo porre l’accento sulla nuova “Actyon”, la vera regina della festa ed iniziamo dal nome, che nasce dalla combinazione di "Act Young" e "Act On". Un Suv di 4.74 mm di lunghezza, con un super bagagliaio, che va dai 668 ai 1.560 litri. Abbiamo chiarito subito, che abbiamo a che fare con un prodotto, che punta decisamente ad un’utenza esigente ed infatti offre: portellone posteriore elettrico, con apertura a sensore (si passa il piede sotto il paraurti e si apre), sedili anteriori e posteriori riscaldati, con quelli anteriori anche ventilati ed addirittura il volante riscaldato. Un look squadrato, che trasmette indubbiamente robustezza, caratterizzato da due strane appendici ai lati del cofano, che però in movimento restano totalmente asettiche (non producono assolutamente fruscii o rumori aerodinamici) e da molti dettagli, come anche la firma luminosa, che richiamano la bandiera coreana. Internamente, troviamo un elegante cruscotto, composto da due display (manca un head-up display) da 12,3 pollici, con possibilità di varie modalità di utilizzo (si possono trasferire sul driver display anche i dati della navigazione). A livello di comfort ed infotainment, non manca nulla: vivavoce Bluetooth, supporto media USB (audio, video, foto), radio DAB/AM/FM, compatibilità con Android Auto & Apple CarPlay, porte USB-C, telecamera posteriore in HD con linee dinamiche e navigazione TomTom. Lo schema dell’ammortizzazione è a 4 ruote indipendenti, con anteriore McPherson e posteriore Multilink. La trazione, di base, è anteriore, ma a richiesta c’è anche l’integrale. La motorizzazione, per ora, è affidata solo ad un benzina 1.5 Gdi da 163 Cv, con coppia massima di 280 Nm a 1.500 giri, accoppiato ad un automatico Aisin a 6 rapporti (un cambio vero, dunque). Inutile dilungarsi sulla gamma Adas, che come per altri modelli, è super completa.

 

Saliamo a bordo, i sedili sono indubbiamente molto confortevoli, siamo in Toscana, vicino a Siena e ci buttiamo su stradine collinari, tra rettilinei e misto, anche sconnesso. Sul display centrale, si abbassa una tendina e si regola tutto, partiamo in comfort (ci sono altre due modalità, eco e sport), l’auto ha un ottimo assetto, non è rigido, ma copia bene l’asfalto, il motore è più che sufficiente ed il cambio pronto e ben rapportato. Non si sente assolutamente la necessità di utilizzare i paddles al volante. Obiettivamente, non si nota una differenza abissale, mettendo in sport. In un tragitto piuttosto impegnativo, di un centinaio di chilometri, percorsi spingendo, il computer di bordo ci dava consumi nell’ordine dei 14 km/litro, il che vuol dire che su una tratta autostradale, a velocità costante, si fa di meglio. Abbiamo voluto provare anche la Torres elettrica, un bel Suv di dimensioni simili alla Actyon (4.71 mm), stesso schema telaistico, ma con un motore elettrico da 207 Cv e 339 Nm di coppia massima, accoppiato ad una batteria una batteria BYD al litio-ferro-fosfato (LFP) da 73,4 kWh, per un’autonomia accreditata sui 462 km. Ottimo il caricatore, che arriva fino a 300 kW, nel qual caso fa dal 10 all’80% in 37 minuti. Molto comodo anche questo Torres, che offre le classiche modalità di rallentamento e ricarica della batteria, selezionabili tramite i paddles al volante, anche se non fermano totalmente il mezzo. L’elettrico, ovviamente, offre spunti molto vivaci e, per chi se lo può permettere in termini di gestibilità, è anche divertente. Abbiamo percorso una cinquantina di km, con batteria carica al 90% ed un’autonomia di 450 km ed abbiamo chiuso con ancora 390 km. Davvero non male.

 

La campagna prezzi, per la Actyon, almeno fino alla fine di giugno, è davvero aggressiva: 37.500 euro, con una rata da 249 euro al mese e non dimentichiamoci di una Tivoli da 17.900 euro, per 119 euro al mese.

 

PAGELLA (ACTYON/TORRES)

POSTO GUIDA – OTTIMO

ABITABILITA’ – OTTIMA

BAGAGLIAIO – OTTIMO

MOTORE – BUONO-OTTIMO

FRENATA – OTTIMA

STABILITA’- OTTIMA

COMFORT – OTTIMO

 

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