Motori
L’appuntamento per la prossima edizione, la trentesima, è come di consuetudine, a Bologna, dal 21 al 24 maggio 2025, ma Renzo Servadei “AD” della manifestazione, ha voluto anticipare qualcosa a Roma (il terzo appuntamento e ce ne saranno altri). Non tutti sanno che, in tema di ricambi, componentistica e postvendita, noi italiani siamo al top. I nostri prodotti sono universalmente riconosciuti come il massimo del mercato (ce la battiamo con i tedeschi), tanto che ad alcuni produttori, che esportano, viene richiesto di mettere la nostra bandierina, come marchio di qualità. Questa manifestazione, al momento, rappresenta il principale evento “Internazionale” di settore, conta circa 1.200 espositori da tutto il mondo, per un pubblico professionale superiore a 100.000 visitatori e spazia: dai componenti ai pneumatici, passando per car service ed attrezzature d’officina. Un incontro interessantissimo, anche per non addetti ai lavori, che ha svelato non poche curiosità e noi ve ne riportiamo alcune. Ad aprire i giochi, ci hanno pensato Alessandra Pastorelli, Capo Uff. II della Dir. Gen. Promozione Sistema Paese del MAECI e Andrea Mattiello, Ufficio Beni Strumentali Agenzia ICE. Ne esce uno spaccato dell’industria componentistica nazionale, lusinghiero, ma anche impegnativo, che verrà sostenuto, nell’export, dal nuovo strumento della “Diplomazia della Crescita”, voluto dal Min. Tajani.
I numeri del comparto, ce li ha illustrati Gianmarco Giorda, direttore generale di ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica): “Il 75% circa del valore di una vettura è dato dalla componentistica e una vettura con motore è composta da circa 30.000 parti”. Parliamo di una filiera, che ogni anno, registra circa 40.000 brevetti, con corposi investimenti di capitali e che resta uno dei settori di punta dell’export italiano. L’universo della componentistica nazionale, è sano, ma certo la contrazione del mercato auto non aiuta. “In Italia – ha detto Giorda – ci sono 2.135 imprese, per un export da 25.3 miliardi di euro ed un fatturato complessivo intorno ai 58,8 miliardi di euro”. Insomma, in questo settore (siamo forti anche per la produzione di componenti per motori elettrici, come rotori e statori), la Cina non ci fa paura. La forza dell’Italia è la piccola e media impresa, un sistema agile, diretto e flessibile, che deve restare tale, ma necessita di una forma di aggregazionismo, che lo fortifichi. Anche Giorda ha ribadito la necessità di rivedere questo “Green deal”, in chiave più ampia, includendo lo sviluppo di biocarburanti e carburanti sintetici.
Tra le tante curiosità, abbiamo scoperto, che i tempi record, per i cambi gomme nel motorsport, in primis la F1 (il record è del team McLaren, con 1,8 secondi per un cambio), lo dobbiamo all’intuizione della “Dino Paoli srl”, saldamente gestita da Francesca Paoli. Una piccola realtà nata nel 1968, a Reggio Emilia, che produce, ovviamente, avvitatori per veicoli commerciali e da strada e che ha avuto l’idea di un prodotto destinato al mondo delle competizioni. Realizzato questo super avvitatore, l’azienda ne ha regalati due alla Ferrari, nel 1974 e da lì è nato tutto ed oggi, la “Paoli” è presente anche in Nascar. Luciano Palmitessa Ceo di Unigom (prodoti a base di gomma, gomma metallo e derivati), ci ha detto che l’IAM (Independent Aftermarket) è un vero pilastro dell’economia italiana: fa lo 0,5% del PIL e contribuisce con oltre 10 miliardi di euro di fatturato e impiega 260.000 addetti, per 90.000 officine indipendenti, tra cui 20.000 generiche e 21.000 carrozzerie e gommisti; 800 distributori e 4.800 ricambisti. Anche il settore dei ponti sollevatori, come ci ha illustrato Cinzia Motta, responsabile commerciale di OMCN, rappresenta un'eccellenza non solo produttiva, ma anche normativa, in quanto ha contribuito alla definizione di standard di sicurezza europei.
Negli anni 30, abbiamo inventato anche gli “Autolavaggi” e Marco Costamagna, presidente di Federlavaggi, ci ha tenuto a sottolineare, che noi siamo fortissimi su tutti i fronti: da quello della produzione dei macchinari, con tecnologie brevettate, al riciclaggio e pulizia delle acque, per un giro d’affari da 2,5 miliardi di euro (il 50% della produzione è votata all’esport). Vogliamo parlare di prodotti chimici per la pulizia dell’auto, sia professionali, che per privati. Orami la pulizia dell’auto, che secondo Antonio Cirillo, Responsabile commerciale e Marketing di Kimicar, viene effettuata, mediamente, fino a 18 volte per l’auto appena presa, per scendere a 6 volte (l’anno) in seguito, rappresenta una vera moda: ora si chiama “Detailing”. Ebbene: noi abbiamo il più alto numero di operatori in Europa (circa 20 aziende produttrici contro le 6 della Germania). Concludiamo: siamo fortissimi anche nella progettazione e sviluppo di apparecchi per la lubrificazione, destinati alle auto officine.
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