Motori
La Toyota, in tema di elettrificazione, non è seconda a nessuno, soprattutto se parliamo di soluzioni “Ibride”. Oggi però, mette sul mercato la nuova Land Cruiser e, udite, udite, niente elettrico, solo un bel diesel, all’inizio e poi un mild-hybrid, ma sempre su base diesel. La Land Cruiser nasce 72 anni fa, il 1° agosto 1951, come "Toyota BJ". Un fuoristrada, che ha fatto subito capire di che pasta era fatto, raggiungendo il checkpoint 6, sulle pendici del Monte Fuji. Quest’ultima generazione di Land Cruiser, come il modello 300, che qui da noi non è arrivato, insiste sulla nuova piattaforma GA-F. A livello estetico, restano quelle linee squadrate ed essenziali, che danno subito un’impronta di robustezza. La Land Cruiser è, da tempo, prodotta in tre versioni base: Heavy Duty, la più robusta, destinata a mercati come Africa e Medio Oriente; Station Wagon, pensata più per uso ricreativo; Light Duty, destinata proprio al vecchio continente ed indirizzata ad un pubblico più vario. Questa di cui parliamo oggi, è l’evoluzione del terzo modello, quello, diciamo, addolcito. Si tratta, ovviamente, di un mezzo che non nasce per andare a prendere il caffè, ma si sa, che sono davvero pochi, gli utenti di queste tipologie di auto, che le utilizzano davvero. Esteticamente, si notano sbalzi più corti, angoli scolpiti e un sottoscocca più stretto. Tutte soluzioni, che nascono per facilitare l’uso in fuoristrada, inoltre, diverse parti della carrozzeria sono state progettate per essere sostituite facilmente e tutta l’auto risulta più rigida del 30%.
Diamo uno sguardo alle dimensioni: lunghezza 4.925 mm, larghezza 1.980 mm e altezza 1.870 mm, con un passo di 2.850 mm. Ci sono versioni a 5 e 7 posti e: per la 7 posti, con la terza fila su, c’è spazio per due valige da 55 cm (l’equivalente di 130 litri) e, con la terza abbattuta, si arriva a 556 litri, che diventano 742 nella 5 posti. Il portellone posteriore, di serie, ha l’apertura superiore, che consente di abbassare solo la parte vetrata. Arriva un servosterzo elettrico (EPS), in grado di ridurre i contraccolpi da guida estrema e rende il mezzo più manovrabile e non manca il Toyota Safety Sense, aggiornato con il pacchetto Lane Tracing Assist. Per la guida off-road, poi, c’è la barra stabilizzatrice scollegabile: tecnologia SDM (Stabiliser with Disconnection Mechanism), che consente al guidatore di modificare lo stato della barra tramite un interruttore. Aggiornati anche: il Multi-Terrain Monitor ed il Multi-Terrain Select ed ora, tramite telecamere, si ha una visione chiara dell'area circostante e sotto il veicolo. Per ora, come anticipato, solo il 2.8 turbodiesel da 205 Cv, abbinato ad un nuovo cambio automatico Direct Shift a otto rapporti, combinazione che permette di trainare fino a 3.500 kg. Poi, nel corso del prossimo anno, arriverà il mild-hybrid, sempre su base turbodiesel, da 250 Cv ma, come si dice in gergo fuoristradistico: più cose metti nel motore e più problemi possono arrivare. I prezzi partono dagli 84.000 euro della Adventure, per arrivare ai 96.500 della super accessoriata First Edition, che qui da noi è già esaurita.
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