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Bigster, l’attacco di Dacia al segmento C

Un nuovo full-hybrid da 155 Cv ed un Eco-G a Gpl mild hybrid a 48V da 140 Cv

Giovanni Massini

10 Ottobre 2024, 11:10

Bigster: l’attacco Dacia al segmento “C”

Bigster è il primo Suv di segmento “C” prodotto dalla Dacia. “Si stima che, entro il 2025 – ha detto Denis le Volt, Ceo Dacia – i Suv di queste dimensioni arriveranno a coprire il 23% del mercato. Una tappa fondamentale, dunque, per Dacia, che come anticipato già dal programma Renaulution, del 2021, punta a diventare leader in tema di mobilità sostenibile”. Questo Suv, infatti, conti alla mano: costa un buon 20% in meno della concorrenza, a parità di dotazione. Un’operazione possibile grazie alla filosofia progettuale, che scarta: l’inutile, mantenendo tutto quanto serve a bordo di un’auto. Sembra un luogo comune, ma non lo è. In Dacia, infatti, per elettronica, infotainemnt e sicurezza, non manca nulla. Avanza anche l’ecologizzazione, attraverso l’eliminazione di pelle e cromature e l’utilizzo di “Starkle”, un materiale resistentissimo, realizzato con platiche riciclate e non verniciato, anche per componenti esterni della carrozzeria. Calcolate che: una tonnellata di plastica riciclata equivale a risparmiare 830 kg di petrolio, il che evita di buttare in atmosfera una tonnellata di CO2. Il grosso asso nella manica di Dacia è che, nei suoi prodotti: ecologia fa sempre rima con economia. Un’azienda solida, con i piedi ben piantati a terra che, anche se ha in gamma una Spring totalmente elettrica, punta a motorizzazioni elettrificate, più adatte a questo momento di infinita transizione. Il Bigster, infatti, dispone solo di motorizzazioni termiche, tutte elettrificate.

 

Eccoci al dunque, il nuovo Bigster, un bel Suv: lungo 4.57 metri, con un vano di carico che, a sedili su, offre 667 litri, su un pianale piatto di 2,7 metri e la panca posteriore frazionabile 40/20/40, dotata di funzione “Easy Flod” (non sulla Essential), che ne facilità l’abbattimento, con due comandi posizionati ai lati del bagagliaio. Anche il portellone, sull’allestimento Journey, è ad apertura elettrica e si può comandare attraverso: la chiave, il pulsante sul portellone stesso e dall’interno dell’auto. Il look traspira robustezza da tutti i pori, con una grossa mascherina frontale, linee squadrate, lo stilema “Y”, che ritroviamo nei fari anteriori ed anche in molti particolari interni e protezioni inferiori laterali, passaruota e alcune parti dei paraurti, in Starkle. Internamente, troviamo un quadro strumenti digitale, da 7 pollici su alcuni allestimenti e da 10 su altri, mentre il touch centrale è da 10.1. Non manca: il bracciolo centrale con vano refrigerato (non su tutti gli allestimenti) ed il super furbo sistema YouClip, un accessorio utilissimo, che si applica a punti di fissaggio già installati a bordo e serve per appendere ed agganciare di tutto, dagli abiti al tablet, ovviamente anche lo smartphone.

 

In gamma motori: niente elettrico, ma tutti elettrificati. Iniziamo con una new entry, un full hybrid da 155 Cv, con la parte termica affidata ad un 4 cilindri di 1.8 litri, ciclo Atkinson, da 107 Cv, che segue il consueto schema E-Tech di Renault, con l’abbinamento ad altri due elettrici, un motore elettrico da 50 CV e uno starter/generatore ad alta tensione, con una corposa batteria da 1,4 kWh. Resta quel magnifico cambio, che offre due rapporti in elettrico e 4 con il termico (6 in tutto). Questa motorizzazione parte sempre in elettrico e consente, soprattutto su ciclo urbano, un buon 80% della percorrenza proprio in elettrico. Passiamo al mild-hybrid a 48V da 140 Cv, basato un 3 cilindri di 1.2 litri ciclo Miller, con cambio manuale a 6 rapporti, dotato di frenata rigenerativa (carica fino a 0,8 kWh), disponibile anche nell’immancabile versione ECO-G a Gpl. Si tratta del primo bifuel Gpl, abbinato ad un sistema mild hybrid a 48V. Da notare che la ECO-G, grazie ai due serbatoi, vanta un’autonomia totale di circa 1.450 km. Non poteva mancare la versione a 4 ruote motrici, la TCe 4x4, anche questa mild hybrid a 48 V, affidata al termico 3 cilindri di 1.2 litri, per 130 Cv, con cambio manuale a 6 rapporti e sistema di trazione con 5 modalità: auto, snow (fondi sdrucciolevoli come la neve), off-road (sterrati e fondi difficili), mud/sand (fondi fangosi o sabbiosi), eco.

 

Per quanto riguarda l’elettronica per la sicurezza, oltre all’Adaptive Cruise Control, di serie su Journey ed Extreme, la Bigster monta, ovviamente, tutti i dispositivi da normativa europea GSR2 ed in più, ha il pulsante “My Safety” che ti facilita “Davvero” la gestione del mezzo. In sostanza, si programma l’auto secondo le proprie esigenze, per regolazioni varie e poi, basta premere il pulsante e la Bigster si resetta automaticamente, senza bisogno di entrare nel programma, ogni volta. Gli allestimenti sono quattro, si parte dalla Essential, che già ha: cerchi in lega da 17”, barre da tetto, climatizzazione manuale, sensori e parking camera; la Expression, che in più ha il clima bizona, il freno di stazionamento elettrico e sedile posteriore frazionabile 40/20/40 con funzione Easy Fold. Poi, a parità di prezzo, troviamo: la Extreme, votata alle escursioni all’aria aperta, che monta il sistema di controllo automatico della velocità in discesa ed il grosso tetto panoramico apribile; la Journey, per i grandi viaggiatori, offerta in tinta bitono, con portellone elettrico e sedile del conducente a regolazione automatica. L’auto viene prodotta in Romania, la commercializzazione è prevista per la prossima primavera ed i prezzi, delle 2WD, vanno dai 25.000 ai 30.000 euro, per l’integrale, ancora nessuna informazione.

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