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Premio Samaritano: uno squillo alle coscienze, un orgoglio per la regione

Consegnato a Petrignano di Assisi a Nathan Vidailhet che salvò sua madre e sua sorella da un incidente stradale

Sergio Casagrande

23 Novembre 2025, 13:10

Premio Samaritano: uno squillo alle coscienze, un orgoglio per la regione

Quando ieri mattina a Petrignano di Assisi - sala piena, applausi convinti, autorità schierate - è stato consegnato al giovanissimo Nathan Vidailhet il trentatreesimo Premio Samaritano, si è realmente toccato con mano un filo invisibile che unisce coraggio, altruismo e la strada. Il premio, istituito in memoria di Giancarlo Tofi, imprenditore petrignanese che il 12 ottobre 1972 perse la vita mentre soccorreva un ciclista, non è una semplice manifestazione simbolica: è un monito, un risveglio civico, una sveglia che suona forte nelle nostre coscienze. Il sottosegretario agli Interni, Emanuele Prisco, intervenuto a margine della cerimonia, ha affermato che Nathan “è un eroe civile di un mondo capace di mostrare umanità” e dimostra che “certe imprese possono non essere solo opera dei supereroi e dei professionisti del soccorso”.

Grandi parole ed è giusto così. Perché il messaggio che arriva da Petrignano di Assisi è potente: la differenza la può fare anche un tredicenne, esattamente come Nathan, che ha salvato la madre Jessica e la sorellina Carla da una vettura precipitata in un corso d’acqua in Occitania a Natale 2023. E poi ci sono stati i passi altamente significativi anche del discorso fatto Marta Freddii, presidente della Pro Loco Petrignano, che ha sottolineato come il premio non sia solo una cerimonia di forma, ma un’occasione di accoglienza, comunità, educazione: “Non ci limitiamo a partecipare agli atti istituzionali, ma vogliamo sentire i nostri ospiti membri effettivi della comunità”. Così è: il tessuto sociale che sorregge questi valori non è fatto solo di alti palchi e targhe, ma di scuole, insegnamenti, momenti condivisi. E questo progetto nelle scuole, nell’educazione stradale, nella cultura dell’aiuto e del volontariato - come ricordato da Freddii - può essere una speranza per il domani. Ma ben oltre l’elogio dell’altruismo, questo premio ha un senso più concreto: pone al centro la sicurezza sulle nostre strade. Perché se la cerimonia è elegante, la realtà del traffico non lo è: ogni giorno ci sono ancora troppi fatti gravi, vite spezzate, distrazioni fatali.

Il premio ci invita a riflettere su come anche un singolo cittadino possa essere protagonista - e non spettatore - della sicurezza e della solidarietà. Un gesto; un atto di attenzione; un secondo in più prima di uscire da un parcheggio o prima di soccorrere.
Non è casuale che la sala fosse piena: significa che la comunità reagisce, che si riconosce nell’impegno di tanti anni della Pro Loco petrignanese, del comitato organizzatore, delle istituzioni che hanno mantenuto vivo il riconoscimento. Tanti anni nel ricordo di Tofi, tre decenni abbondanti che confermano: la memoria è azione.

E l’azione è partecipazione. Con questo premio dall’Umbria parte un importante messaggio: ciascuno di noi - automobilista, motociclista, passeggero, pedone - può essere un Samaritano della propria strada. Non serve indossare mantelli o ambire a targhe dorate. Serve, semplicemente, guardarsi intorno, capire che dietro ogni incidente - ma in realtà anche dietro molte altre emergenze - c’è una persona che possiamo aiutare. E che la vera sicurezza stradale non si costruisce solo con segnali e sanzioni, ma con coscienze sveglie e mani pronte. A chi organizza il Premio Samaritano: bravi. Bravi a ricordare che la solidarietà non è un optional, ma un impegno quotidiano. Bravi a far sì che il Premio Samaritano resti saldo ben più del suo trofeo: un simbolo vivo. Un simbolo di cui non solo Petrignano deve andarne orgoglioso.

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