NORCIA
Oggi venerdì 31 ottobre la basilica di San Benedetto, a Norcia, riapre le sue porte anche al pubblico. Nove anni dopo il terremoto che la distrusse lasciandone in piedi solo la facciata, il simbolo della città torna a essere casa di fede e di comunità.
Se nel 1997 la ricostruzione della basilica di San Francesco d’Assisi fu chiamata Il cantiere dell’utopia, quella di San Benedetto merita un nome diverso: Il cantiere della concretezza. Perché è vero, i lavori sono durati più a lungo, ma qui - anche se non c’è stato un puzzle da ricomporre e la rinascita è ugualmente il frutto di un impegno costante, testardo, paziente - c’è stato quasi tutto da ricostruire, totalmente, seguendo nuove e inedite tecniche.
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Dietro ogni pietra ricomposta, ogni colonna risollevata, ogni affresco ritrovato, c’è la stessa volontà del 1997: quella di un’Umbria che non si arrende. Ma c’è anche un segno di fiducia tangibile, arrivato dopo che un’intera comunità aveva perso non solo un luogo di culto, ma la fede stessa nella ricostruzione che era partita a rilento e tra mille problemi burocratici. Entrando oggi nella basilica di San Benedetto c’è la prova che la speranza, se guidata dal lavoro e dalla perseveranza, diventa realtà. Norcia non ha solo ricostruito un tempio. Ora sta davvero ricostruendo se stessa.
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