IL LAPIS DEL DIRETTORE
Putin e Trump
Fortemente voluto da Trump, l’incontro di Ferragosto in Alaska è stato un evento storico: solo pochi giorni prima sembrava impensabile. Ma, al di là delle immagini e dei sorrisi, un primo bilancio è possibile. Il giorno dopo c’è un solo vincitore visibile: Putin. L’assenza di Zelensky a quello stesso tavolo e l’accoglienza su un tappeto rosso consegna infatti al leader del Cremlino il ruolo di interlocutore principale, l’uomo con cui si deve trattare se davvero si vuole arrivare a porre fine alla guerra. Ucraina e Unione Europea restano tagliate fuori e la scena sembra dire al mondo che la partita si gioca altrove.
Trump non ne esce sconfitto: ha portato a casa il suo show e ha aperto un varco che potrebbe trasformarsi in un percorso di pace. Ma i fatti, quelli concreti, ancora una volta mancano. Nei prossimi giorni capiremo se l’Alaska resterà soltanto passerella diplomatica o se sarà ricordata come l’inizio di un vero negoziato. Per ora, insomma, la scacchiera si è mossa a favore di Putin, che brinda da vincitore legittimato mentre gli altri, più che al tavolo della pace, sono rimasti a guardare i fuochi d’artificio del Ferragosto.
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