POLITICA
Quindi Donald Trump ha deciso: dazi al 30 per cento contro l'Europa dal primo agosto. Mancano 18 giorni.
Per l’Italia sarà un salasso. Ma la porta è rimasta socchiusa: il Tycoon ha lasciato margini di trattativa. E chi può infilarsi in questa fessura diplomatica se non Giorgia Meloni?
La premier italiana, unica tra i leader europei, ha costruito un rapporto diretto con Trump. Un feeling personale, certo. Ma ora servono fatti. Niente più viaggi lampo per qualche foto sul patio. È il momento della politica vera.
Meloni ha detto: “Calma e gesso, si può trattare con Trump”. Bene, il gesso lo tenga saldo in mano, ma la calma lasciamola agli sconfitti.
Questa è un’opportunità politica da non fallire. Perché se davvero Giorgia ha il rispetto di Donald, ora prenda il telefono o vada a parlarci di persona. E lo convinca a limare quel 30 per cento e a dialogare con l’Europa con meno intransigenza.
L’Italia non può permettersi di pagare i sogni autarchici d’Oltreoceano. E la Ue pure.
Servono abilità, strategia, coraggio. In una parola: leadership e capacità di mediazione. L’Europa balbetta. L’Italia ha una voce? Allora che si faccia sentire.
È la grande occasione di Giorgia. E del Paese che guida, da troppo tempo ai margini dello scacchiere internazionale.
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