Attualità
Di questi tempi parliamo tanto di intelligenza artificiale, ma non ci accorgiamo della deficienza naturale che sta dilagando. La dimostrazione arriva direttamente dai maturandi d’Italia.
Questi sono solo alcuni dei tanti strafalcioni commessi alle prove di maturità 2025 e raccolti da Skuola.net: Aldo Moro rapito da Cosa Nostra; Hitler premio Nobel per la pace; Marx amico di Picasso; Gabriele D’Annunzio, estetista anziché esteta. Più che errori, cortocircuiti culturali.
Mentre l’IA, col passare dei secondi, impara a scrivere saggi e risolvere equazioni che nemmeno Einstein avrebbe potuto immaginare, molti studenti, dopo 13 anni di studi, ancora inciampano sulla storia più basilare.
Ma la colpa non è soltanto loro. È di una scuola che spesso insegna a memoria, ma dimentica il pensiero critico. Di una società che offre smartphone, ma non stimola domande. E di un’epoca in cui tutto è “googlabile”, quindi niente è davvero saputo.
L’esame di Stato dovrebbe misurare la maturità. Questa volta ha misurato solo l’abisso tra sapere e comprendere. E il rischio è che, a forza di delegare tutto all’intelligenza artificiale, a deficere resti solo l’umano. Sempre più pigro e smartphonizzato.
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