MEDIO ORIENTE
Dall'Iran attacchi missilistici su Israele (foto LaPresse)
Ieri notte è partita l’ennesima guerra preventiva, l’ennesima follia umana.
Su ordine di Netanyahu, Israele ha bombardato l’Iran. Centrati i siti nucleari, uccisi molti capi militari. E non solo. Teheran, per ora, risponde a suon di droni. Trump, dal palchetto, recita: “Gli ayatollah non devono avere l’atomica”. Lui, intanto, l’atomica ce l’ha in casa.
Ogni bomba sganciata ha un prezzo. E non lo pagano i generali. Lo pagano donne, uomini e bambini che di questa guerra non sanno nulla, se non morire sotto le macerie.
Il mondo osserva, muto e complice. Ma non c’è più il cerino sulla polveriera: qui si preme direttamente il detonatore.
Geniale. Del resto, per impedire una guerra, la soluzione ovvia è scatenarne una subito.
Il pensiero più antico dell’uomo stupido. Ma qui non serve una nuova guerra per evitare la guerra.
Serve il coraggio di dire basta. Serve la pace, quella vera. Perché la sola azione preventiva seria è fermarsi. Subito.
Se esistono ancora uomini di buona volontà, questo è il momento di gridare e di fare qualcosa. Prima che restino solo le ceneri.
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