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La guerra tra il Tycoon e Rocket man

Sergio Casagrande

08 Giugno 2025, 15:35

La guerra tra il Tycoon e Rocket man

Elon Musk e Donald Trump (foto LaPresse)

Elon Musk, due giorni fa, si è svegliato col piede sbagliato e ha deciso di bombardare Donald Trump: “Senza i miei soldi, avrebbe perso le elezioni”, ha detto. Trecento milioni di dollari spesi per sostenere un candidato che ora – secondo Musk – si comporta da ingrato.
Insomma, un benefattore del voto che pretende il grazie con tanto di inchino. Ma non è solo questione di soldi.
Musk è furioso per i tagli agli incentivi su auto elettriche e pannelli solari, mentre il petrolio - che inquina, ma vota - resta premiato.
Così, il re di Tesla ha staccato la spina. E ha pure lanciato un’idea nuova: un partito tutto suo, “moderato”, per rappresentare l’80 per cento degli americani.
Tradotto: se non posso comandare da dietro le quinte, mi faccio un palco mio.
Trump, intanto, ha affidato la sua risposta ai social e minaccia di mettere in vendita la sua Tesla rosso fuoco parcheggiata in garage, una Model S Plaid da 1.020 cavalli. Un altro metodo per cogliere la palla al balzo e fare soldi, evidentemente.
La verità?
Quando i miliardari che provano a fare i politici si contendono il potere a colpi di tweet e milioni, la democrazia sembra un reality. E gli elettori... diventano spettatori paganti.

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