CULTURA
Stefano Zuccarini, sindaco di Foligno e Andrea Sisti, sindaco di Spoleto
Sì, certo: ora bisognerà vedere cosa decideranno i cinque esperti che compongono la giuria. Chi premieranno. Chi si porterà a casa il titolo ambito di Capitale italiana per l’arte contemporanea 2027. Ma, onestamente, almeno per il momento, poco importa. Perché il vero miracolo, in Umbria, è già accaduto. E non è fatto di bronzi, installazioni o tele astratte: è fatto di dialogo. Di collaborazione. Di una storica quanto, un tempo, improbabile alleanza.
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Foligno e Spoleto, insieme. Non è uno scherzo. Quanto a clamore potrebbero superarle solo Perugia e Terni candidate, a braccetto, a Capitale dello sport...
Foligno e Spoleto, due città che per decenni, se non secoli, si sono guardate in cagnesco come vicine di casa litigiose per questioni che - ospedali a parte - ormai nemmeno la storia ricorda. Due città unite da una rivalità proverbiale che negli anni Ottanta qualcuno aveva provato persino a superare inventandosi un progetto comune – una provincia autonoma – naufragato tra entusiasmi d’altri tempi e le solite, eterne gelosie.
Eppure eccole qui, oggi, fianco a fianco, a presentarsi congiuntamente al ministero della Cultura per dimostrare che insieme si può. E non solo si può: si deve.
Perché in Umbria il vero limite non è mai stato la mancanza di bellezza, né di talento, né tantomeno di visione. Il limite è sempre stato quello sguardo corto, quell’orticello da difendere, quell’incapacità di fare rete tra Comuni, tra territori, tra eccellenze che il mondo ci invidia ma che noi – spesso – lasciamo marcire nella dimenticanza o affogare nel campanilismo.
E, allora, questa candidatura congiunta è un segnale. Un piccolo segnale, certo, ma prezioso come una scultura di Alexander Calder in mezzo alla strada: serve a ricordarci che si può uscire dalla logica del “mio è meglio del tuo”, per entrare finalmente nella visione del “insieme siamo molto di più”.
Il merito va ai due sindaci, Stefano Zuccarini per Foligno e Andrea Sisti per Spoleto, alle loro squadre e a tutti coloro che hanno contribuito a sedersi insieme attorno a un unico tavolo per un dialogo risultato costruttivo.
Unire le forze per promuovere l’arte contemporanea è solo un primo passo. Il secondo, inevitabile, dovrebbe essere quello di farlo sempre e non solo tra le città della Giostra della Quintana e del Festival dei Due Mondi. Per la promozione turistica, per i nostri tesori artistici e architettonici, per le aziende che innovano e producono eccellenza sotto traccia.
Perché il giorno in cui l’Umbria sarà conosciuta nel resto del pianeta non solo per essere “fra Roma e Firenze”, ma “per essere l’Umbria” – con la sua identità, le sue città, la sua voce – sarà anche grazie a scelte come questa.
Che vinca o no, questa candidatura ha già portato una vittoria: quella del buon senso. E, dalle nostre parti, non sempre è poi così scontato.
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