Abbiamo il cuore verde. Facciamolo battere

Lo si celebra dal 1970, ogni 22 aprile. Ma l'Earth Day - la Giornata mondiale della Terra - non è un anniversario da cioccolatini e frasette da baci Perugina. È, semmai, il promemoria planetario che ci ricorda quanto siamo piccoli e, soprattutto, quanto siamo stati sciocchi finora.
Ventimila cittadini americani scesero in strada quel giorno, oltre mezzo secolo fa, per dire che il pianeta non è una discarica e che la Terra non è una serva muta da sfruttare. E fu una rivoluzione.
Pacifica, si, ma pur sempre una rivoluzione: di coscienza, prima ancora che di azione.
Oggi, che il mondo è soffocato da smog, plastica, guerre per le risorse e foreste trasformate in parcheggi, l'Earth
Day è più attuale che mai. Ma se tutto il mondo deve riflettere, l'Umbria deve agire.
Perché quando ti definisci - e ti vanti - di essere il cuore verde d'Italia, allora non puoi permetterti il lusso dell'ipocrisia.
Non basta la cartolina con il tramonto sul Trasimeno. Servono politiche serie, visioni concrete, scelte coraggiose. Serve dire basta al consumo indiscriminato di suolo, alla cementificazione mascherata da sviluppo, allo scempio che traveste l'ambiente da opportunità.
Questo è il filo rosso - anzi, verde - che lega i temi del sesto numero del Mag, il nostro magazine mensile di approfondimento che trovate oggi in allegato al Corriere dell'Umbria. Un numero speciale, come speciale è il dovere di proteggere ciò che ci rende unici: la nostra terra, la nostra aria, la nostra acqua.
Perché il cuore verde può anche essere il più bello. Ma se smette di battere, non serve a nessuno.