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G7 INCLUSIONE E DISABILITà

Il primo vero passo dell'umanità per una società equa

Sergio Casagrande

15 Ottobre 2024, 12:05

Il primo vero passo dell'umanità per una società equa

La cerimonia di apertura del G7 Inclusione e Disabilità

In Italia, ma anche in molte altre parti del pianeta Terra, quando si parla di disabilità, i discorsi oscillano spesso tra due estremi: il pietismo paternalista e l’ignoranza totale.
Da un lato ci sono quelli che raccontano le persone con disabilità come eroi della quotidianità, una frase che suona subito come una carezza sterile e ipocrita. Dall’altro ci sono coloro che, pur non dichiarandolo apertamente, le considerano un problema da gestire, un peso economico da sopportare con una rassegnazione di facciata. E in mezzo?
In mezzo c’è la vita reale di milioni di persone che, ogni giorno, affrontano ostacoli e discriminazioni non perché siano incapaci, ma perché vivono in un contesto che non li considera per il loro valore.
Il G7 Inclusione e Disabilità che si è aperto lunedì 14 ottobre in Umbria, il primo in assoluto su questo tema, segna, quindi, un momento storico di riflessione e di impegno globale anche perché la disabilità non è una condizione che riguarda solo una minoranza. Spesso colpisce alla nascita, ma molte volte è la vita stessa, con il passare del tempo, che ci mette tutti di fronte a limitazioni fisiche o cognitive.
Ecco perché ai problemi che ancora gravitano attorno alla disabilità si unisce, in maniera imprescindibile, la necessità dell’inclusione.
Costruire una società inclusiva non significa solo rispondere ai bisogni di oggi, ma prepararsi ad accogliere le sfide del futuro, creando spazi di vita condivisa che rispecchino la varietà e la ricchezza dell’esperienza umana.
In Italia, come nel resto del mondo, milioni di persone convivono quotidianamente con barriere architettoniche, culturali e sociali che limitano la partecipazione delle persone con disabilità alla vita pubblica e il loro accesso a opportunità che per altri sono scontate.
Questo non è solo un problema di giustizia sociale, ma una questione di diritti umani fondamentali. Ma l’inclusione non deve essere vista come un favore, un gesto magnanimo di accoglienza, bensì come un diritto inalienabile.
Il riconoscimento delle persone con disabilità come membri attivi e preziosi della società è il primo passo verso un cambiamento radicale. E le sfide variano enormemente a seconda della tipologia di disabilità: motoria, sensoriale, cognitiva o psicologica.
Inclusione non significa semplicemente accesso fisico a spazi e servizi. Si tratta di una visione più ampia che coinvolge la rimozione di tutte le barriere - siano esse fisiche, sociali o culturali - che impediscono alle persone con disabilità di vivere una vita piena e soddisfacente. Parliamo di accesso all’istruzione, al lavoro, alla cultura, alla partecipazione politica e all’intrattenimento. E, soprattutto, parliamo di un cambio di mentalità.
Le barriere fisiche e legislative sono, infatti, solo una parte del problema. Forse la sfida più grande è il cambiamento culturale: la cultura dell'inclusione deve partire da un’educazione che insegni, fin dall'infanzia, il valore della diversità.
I media, le scuole, le famiglie e le istituzioni devono contribuire alla creazione di un immaginario collettivo che normalizzi la disabilità, smettendo di vederla come un’eccezione e riconoscendola come parte della pluralità umana.
Il cammino verso una società inclusiva è lungo e richiede l’impegno congiunto di governi, aziende, organizzazioni e cittadini. Non basta, insomma, modificare le leggi o costruire rampe di accesso. E’ necessario un approccio olistico che tenga conto dell’autonomia delle persone con disabilità, del loro diritto a fare scelte, a prendere parte attiva alla società e a essere riconosciute non per le loro limitazioni, ma per il loro potenziale.
Solo una società che abbraccia e valorizza ogni sua parte può definirsi veramente giusta ed evoluta. E’ tempo di andare oltre le parole e impegnarsi attivamente affinché nessuno sia lasciato indietro, indipendentemente dalle sue abilità. E il G7 che ospita l’Umbria, con la Carta di Solfagnano che verrà firmata domani dai ministri dei 7 Paesi più industrializzati del mondo, è forse un piccolo passo per l’uomo, ma può essere il primo grande passo per l’umanità.

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